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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
La mia nonna Eni n.11

7/1/2024 - 7:16


La legna per la Befana
 Sto accendendo il camino, oggi, qui a casa mia e mi accorgo che mi è rimasta solo legna piccola e secca. Allora, come posso non parlare della nostra Befana nonna? Ricordi cosa facevamo? Nei giorni dopo il Natale, e comunque rigorosamente prima della notte del 5 Gennaio, mi portavi con te ogni pomeriggio nel nostro prato, dove il nonno aveva accatastato i rametti più piccoli e secchi, tagliati dai tanti olivi che circondavano il vostro terreno. Mi dicevi che dovevamo fare le fascine per la Befana e il suo asinello. Allora mi istruivi nei particolari: dovevo prendere dei ramoscelli, farne un mucchietto e legarlo con un piccolo e sottile ramo di salice, o "torchio", in dialetto versiliese. Bisognava farne tante, perché l'inverno era lungo e freddo e la vecchia signora e il suo asinello dovevano scaldarsi in qualche modo. Così io immaginavo che la notte tra il 5 e il 6 Gennaio la vecchina arrivasse con il suo compagno ragliante dalla coda sottile e le orecchie lunghe e infilasse nel suo grande sacco, naturalmente vuoto dopo aver  consegnato tutti i regali, tutte le fascine da noi preparate con tanta cura, e che se ne andasse in un non so dove da qualche parte tutta contenta. Quello che però ogni volta non mi quadrava era che ogni anno di fascine ne avanzavano un bel po', e allora venivo da te, nonna, e abbastanza sconsolata ti chiedevo: “Perché non le ha prese tutte con sé? forse non le ho fatte abbastanza bene?”. “No”, dicevi tu, “è solo che ogni bambino le prepara per lei e quindi spesso non ce la fa a caricarle tutte su quel povero asino e allora ne lascia  un po' qui, un po' là…d'altra parte lei sa che dobbiamo scaldarci anche noi, no?” Noi un camino non ce l'abbiamo mai avuto, chissà che fine facevano tutte quelle fascine avanzate!?!? Sicuramente tu nonna le mettevi da parte per tempi più duri, quando forse sarebbe davvero servito un bel fuoco, anche senza camino, perché voi nonni eravate così, sapevate che era necessario pensare anche a quando le cose sarebbero potute mancare, e il mettere da parte era una consuetudine tutta vostra, direi quasi un valore, che ai tempi nostri non esiste più o quasi. Che bei pomeriggi! Ricordo che a volte faceva molto freddo, ma resistevo, perché non potevo permettere che la Befana non trovasse un dono proprio a casa mia, e ricordo il tuo sorriso, sempre, cara nonna, ogni volta.  Solo più tardi ho scoperto come era un camino…..

Enrica Mggi

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7/1/2024 - 15:46

AUTORE:
AUTRICE Anna Tomeo

Che bella storia e che bello avere una nonna così dolce e premurosa con la sua nipotina nella preparazione e l'arrivo della befana che ha bisogno delle fascine di legnetti per riscaldarsi. Altri tempi io da piccola avevo la stufa a carbone o legna secondo dove abitavi veniva usata dove c'era la legna era più bello perché il calore che usciva profumava di pino o di ulivo invece il carbone puzzava. Io però la nonna non l ho mai conosciuta e neppure i nonni con noi viveva una zia di mio padre che portava tutti i lunghi capelli bianchi raccolti in una cipolla e tanti ferretti che la tenevano, aveva sempre uno scialle sulle spalle e mio fratello si divertiva a levarglielo facendola arrabbiare. Sulla stufa bianca c'era un tubo che saliva e quasi in cima c'era un anello di acciaio con dei ferri aperti per stendere i panni bagnati, era lì che attaccavamo le nostre calze sperando che la befana le riempisse di dolcetti, ma il mattino del 6 trovavamo soltanto mandarini, noci, qualche soldo di cioccolato a latte, e qualche caramelle se eravamo stati buoni. Che bei tempi! che ricordi! Ma che bello avere una nonna da aiutare a preparare la legna per la Befana.

7/1/2024 - 10:29

AUTORE:
AUTRICE Franca

È di tenerezza il sentimento che mi suscita il tuo racconto. nonna Eni ne sarebbe felice