La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10
Leggo che Carlo Calenda ripostando (Elena Bonetti, la beneficiata rancorosa) mi definisce un bullo, immagino in riferimento ad un tweet che ho fatto ieri, accostandomi per di più a degli insulti che le sono stati rivolti sulla sua pagina FB.
Premesso che purtroppo gli insulti in rete colpiscono tutti noi ogni volta che pubblichiamo qualcosa e che forse quello di Carlo Calenda non è proprio il pulpito più adatto per contestare atteggiamenti bulleschi penso sia utile chiarire che io non ho insultato nessuno a meno che ora la parola ‘vergogna’ sia improvvisamente catalogabile come insulto e quindi come ottima via di fuga, attraverso una forma di insopportabile vittimismo, per non rispondere politicamente delle affermazioni che si fanno.Si perché cari amici il paradosso di tutta questa vicenda è che sia proprio Elena Bonetti a fare la vittima a seguito della mia semplice domanda se non provasse un po’ di vergogna dopo una dichiarazione nella quale rifiutava, definendola ‘accozzaglia’ una alleanza con Italia Viva.
Accozzaglia, dal vocabolario: “raggruppamento indiscriminato e disparato e per lo più sgradevole di persone e cose”. E’ un insulto ed è una forma di bullismo chiedere ad Elena Bonetti se non si vergogna di aver fatto un’affermazione del genere nei confronti di una comunità (a proposito gira un video della Leopolda molto istruttivo su come la Bonetti considerava la nostra comunità e Matteo Renzi fino a qualche tempo fa) grazie alla quale ha potuto fare un percorso politico che l’ha portata dove è arrivata?Nessuno mette in discussione la libera scelta di chiunque di cambiare strada, in politica poi figuriamoci.
Ma in tutte le cose un minimo di rispetto non guasta.Definire accozzaglia un’esperienza politica, grazie alla quale hai potuto esercitare importanti responsabilità ed avere grande visibilità, quello si è un insulto. Un insulto rivolto soprattutto a decine di migliaia di persone che senza chiedere nulla e dando generosamente ogni giorno parte del loro tempo e delle loro energie hanno consentito e consentono a tutti noi il privilegio di fare politica nelle istituzioni.
Non voglio parlare di gratitudine (che in politica è merce rara) ma di rispetto si anche nei confronti delle persone con cui hai lavorato in questi anni, di quelle che hanno scelto te per incarichi importanti (non si fa il Ministro vincendo un concorso), di quelle che hanno compiuto rinunce per consentirti di ricoprirli o di quelli che per consentire a noi di essere rieletti hanno accettato di stare dietro o di fare un passo indietro. Ecco in nome e per conto di tutta questa comunità ti ho chiesto e torno a chiederti se non provi neanche un attimo di vergogna per quella frase. Altro che insulti, altro che bullismo.
Ci sarebbe bisogno solo di scuse. Che non arriveranno mai nascoste da questo insopportabile e furbesco vittimismo