L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
La resa del Conte-Le elezioni regionali in Sardegna sono un test decisivo per la segreteria di Elly Schlein
Se la candidata concordata con i Cinquestelle dovesse perdere e il Partito democratico andasse male, la segretaria sarebbe nei guai (come il suo predecessore Veltroni nel febbraio 2009)
Il primo test dell’anno per il Partito democratico di Elly Schlein è domenica 25 febbraio, le regionali in Sardegna. Gara incerta e forse mai così importante per gli effetti politici nazionali. Al giudizio dei cittadini sardi si mostrerà efficace la alleanza strategica tra Pd e Movimento 5 stelle sul nome di Alessandra Todde, parlamentare grillina fortemente voluta, diciamo pure imposta, da Giuseppe Conte.
Una candidatura romana che ha bellamente bypassato le primarie che il Pd si è ben guardato di fare. Ma andiamo subito al sodo: se Todde, che al momento appare sfavorita rispetto al candidato della destra Paolo Truzzu, meloniano, non ce la facesse e per giunta il Pd non dovesse andare bene come lista, per la segretaria si aprirebbe un problema serio.
C’è il precedente, in tutt’altro contesto beninteso, della sconfitta nell’isola del giovanissimo Pd che provocò le dimissioni di Walter Veltroni nel febbraio del 2009, un terremoto di cui forse non si sono mai valutate appieno le conseguenze nella storia del Pd.
Una sconfitta di Todde getterebbe un’ombra scurissima sulla alleanza di ferro con l’avvocato del popolo, un’alleanza che a Roma proprio negli ultimi giorni sta traballando sotto il peso delle improvvide uscite di Conte sulla politica estera e per via della sua tracotanza verso il Nazareno. Certo, a memoria d’uomo non si è mai visto che alla vigilia di una competizione elettorale importante un leader si mettesse ad attaccare tutti i giorni il suo alleato. Persino la mite Schlein, pressata da mezzo partito, ha relativamente alzato la voce.
Fidarsi di Conte continua a essere il suo punto debole. Avrebbe dovuto capirlo almeno da quando l’avvocato sbottò sgradevolmente a una frase di Romano Prodi: «Schlein federatrice? Pensi a federare i suoi.
Noi non abbiamo bisogno di essere federati». Poi sono venuti gli attacchi di questi giorni. Che impressione ne ricaveranno gli elettori sardi? Se su queste recentissime ferite si spargesse il sale di una sconfitta elettorale (l’ennesima, peraltro) è assai probabile che nel Pd la situazione tornerebbe a complicarsi. E la stessa Schlein potrebbe rivedere i suoi piani.
Dimettersi come fece Walter? Alla vigilia delle Europee è impensabile. Potrebbe invece sciogliere definitivamente il nodo della sua candidatura in senso positivo precostituendosi un rifugio belga.
Hai visto mai.
Le previsioni non sono buone, per Todde, anche e soprattutto a causa della candidatura di Renato Soru, un uomo che ancora ha un sua popolarità: rischiano entrambi di sfracellarsi. Bisognerà vedere quanto e come influirà il voto disgiunto e soprattutto come condurranno la corsa i tre candidati principali negli ultimi e decisivi giorni. Ovviamente se Todde vincesse Elly si blinderebbe. Ma allo stato dei fatti la situazione è chiara: la destra ha trovato l’unità e un candidato forte mentre i suoi oppositori hanno dato vita alle solite divisioni e con due candidati che si faranno del male a vicenda.
Per questo, Giorgia sorride ed Elly è in pena.