Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava.
“Capisco la posizione della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. Ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi.”
Questo, avrete capito, è #Salvini.
Pur di non mettere in mezzo Putin, sul delitto #Navalny, chiama in causa i giudici. In Russia, in una dittatura.
Gli stessi giudici che hanno mandato in carcere in Siberia un leader d’opposizione solo perché aveva le sue idee e l’ardire di poter partecipare ad elezioni democratiche.
I giudici di un regime dittatoriale che non si sono mai preoccupati di perseguire i responsabili dell’avvelenamento di Navalny. Ma di quale diavolo di giustizia parla Salvini?
Ma ci faccia il piacere.