L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Vecchiano e le sue opere pubbliche a chilometri zero
“Le inspiegabili sovrapposizioni di opere pubbliche”
La fervente dialettica politica continua a tenere banco nella comunità vecchianese e forse nell'intera provincia pisana e da paese rurale in cui incentivare il consumo dei prodotti agricoli a chilometri zero, Vecchiano pare aver trovato la propria strada di sviluppo di opere pubbliche “a chilometri zero”.
Dopo l’agricoltura l’amministrazione comunale ha infatti varato la progettazione della nuova caserma dei Carabinieri, da noi definibile “a chilometri zero”, in quanto progettata a meno di un chilometro da una già esistente, ed ora, nel piccolo borgo, il nuovo piano strutturale proposto e ripreso dal vecchio piano, nel suo ri-avvio, riprende e rappresenta una nuova opera pubblica dal curioso sapore del “a chilometri zero”.
E' stato previsto, in quanto rappresentato nel vecchio strumento, un nuovo ponte a Vecchiano - i cui costi si presume siano anche a carico della Provincia di Pisa - che forse, un domani, collegherà Vecchiano a San Giuliano Terme e viene rappresentato, in una delle due alternative possibili a meno di 600 metri dal ponte esistente di Pontasserchio.
“Ci auguriamo che la saga del chilometro zero possa presto interrompersi” - sostiene ironico il consigliere comunale Roberto Sbragia, capogruppo di Vecchiano Civica - “Una tale opera, oltre che illogica finanziariamente è, per noi, un errore urbanistico perché convoglierà il maggior traffico, nel centro del paese di Vecchiano e farà gravare il maggior inquinamento e la minor sicurezza, anche perché incredibilmente l’idea progettuale rappresentata andrà a sbarcare nei piccoli borghi di Arena e Metato dalle cui strette strade sarà più semplice far passare una cruna che una macchina”. Dando anche per scontato che in tutta la provincia di Pisa non esista alcun ponte che necessiti di manutenzione ordinaria e straordinaria e che siano tutti in sicurezza e anche quello di Ripafratta lo sia, ci auguriamo che l’interesse della spesa pubblica e la logicità urbanistica facciano ritirare alla nostra amministrazione una tale ipotesi, magari investendo in sicurezza idraulica e posizionino, nel nuovo piano urbanistico, una tale importante infrastruttura là dove necessaria e fuori da ogni centro abitato, magari tra gli abitati di Vecchiano e Nodica o tra Nodica e Migliarino, in un calcolo costi-benefici che non porti un domani al pensiero che si sia progettata una inutile ulteriore struttura a chilometri zero, ripetizione di ciò che già esiste e che comporterebbe inevitabili riflessioni anche erariali sulla sua realizzazione.