Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Il capriccio delle stagioni è sempre stato il nemico del contadino; il sudore di un anno poteva, in poche ore, risultare inutile per una grandinata.
Per questo il contadino ha cercato di ridurre al minimo i danni provocati dal mutamento del tempo facendo previsioni basate su un miscuglio di verità, di esperienze e superstizioni provenienti dalla notte dei tempi.
A parte i “calendi” che si facevano i primi dodici giorni dell’anno che avrebbero condizionato il tempo dei dodici mesi, ma il contadino (scarpe grosse e cervello fino) aggiustava: se S. Paolo (25 gennaio) è scuro dei calendi non me ne curo!
Così come il 2 febbraio, la candelora: “per la candelora se piove o se gragnola, dall’inverno siamo fora e se sole o solicello siamo invece in mezzo al verno”. Ora si sono dimenticate certe “previsioni” a parte la stranota “se piove il terzo aprilante quaranta dì durante” o al tramonto: “aria rossa o piscia o soffia” o sulla luna: “cerchio vicino acqua lontana e cerchio lontano acqua vicina”.
Io mi attengo di più quelle sperimentate, da me coniate e dichiarate quindi veritiere: “se non è marzo sarà aprile, ma di spugnole ne fai un barile!”
Se poi qualcuno le chiama morchelle, spugnini, spugnette o spunghini è lo stesso.
Un consiglio: lavatele bene bene perché son come me: “ni garba la rena!”