L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Regista in sala
FELA, IL MIO DIO VIVENTE
Incontro con il regista Daniele Vicari
Venerdì 5 aprile
ore 19: dj set Afrobeat, a cura di Sanantonio42, in collaborazione con il bar La Tazza d’oro
ore 21: proiezione del film e il dibattito con il regista
CINECLUB ARSENALE
Vicolo Scaramucci, 2 I Pisa
Un film sull’utopia del cinema, della musica, della politica, del desiderio di cambiare sé stessi e il mondo.
La rassegna Regista in sala prosegue all’Arsenale con la proiezione di Fela, il mio Dio vivente e l’incontro con Daniele Vicari.
Il regista sarà ospite del Cineclub pisano venerdì 5 aprile per presentare il film in un evento che si aprirà alle 19 con un Dj Set Afrobeat a cura di Sanantonio42, realizzato in collaborazione con il Bar La Tazza d’oro, e proseguirà alle 21 con la proiezione e il dibattito con il regista. Il film sarà in programma anche lunedì 8 e martedì 9 aprile.
Siamo nei primi anni ’80.
Un giovane regista, Michele Avantario, incontra il grande musicista e rivoluzionario nigeriano Fela Kuti e da quel momento dedica la sua vita alla realizzazione di un film interpretato dallo stesso Fela. Non ci riuscirà mai, ma scoprirà qualcosa di più importante per lui: una nuova idea di esistenza.
“Quella di Michele Avantario – si legge nelle note di regia – è una storia di travolgente passione per il cinema, per la musica, per l’Africa.
La storia di un ragazzo che si fa uomo inseguendo per tutta la vita un sogno: realizzare un film sul mito carismatico e irraggiungibile di Fela Kuti.
Con questo film provo a raccontare una storia semplice ma potente, quella di un ragazzo che si confronta con un mito vivente, tentando di realizzare un film impossibile.
Una storia che suona, balla, fuma, ama, viaggia, che ha il sapore dell’Africa, della politica, degli anni 70 e che supera ogni forma di colonialismo, anche quello “interiore” che ancora oggi ci portiamo dentro”.