Nei suoi numerosi articoli sulla storia del territorio, Franco Gabbani ha finora preso come riferimento, personaggi o avvenimenti storici, inquadrandoli nella cornice degli usi e delle norme dell'epoca.
Questa volta prende spunto da situazioni e argomenti curiosi, spigolature come le chiama.
Al di là dei fatti precisi, quello che colpisce particolarmente, è il linguaggio usato nei documenti, non solo formale e involuto, come da sempre ci ha abituato la burocrazia, ma spesso anche di difficile comprensione, esplicitando l'evoluzione continua della lingua e dei termini.
A San Rossore 80 nidi di Airone Cenerino
Continuano gli investimenti del Parco per salvaguardare la riserva naturale del Palazzetto e le sue specie rare
Presenza di specie rare, lame, piante maestose, paleo-dune alte 20 metri e ricoperte di vegetazione che raccontano l'evoluzione del territorio e della costa: la riserva integrale del Palazzetto a San Rossore è un'oasi di biodiversità. La consapevolezza del valore geo-botanico di questa area contribuì a far nascere l'idea del Parco. Si tratta di una zona accessibile solo per la ricerca scientifica e per la gestione ambientale. «Nell'ultimo periodo abbiamo investito per la conservazione di questa riserva situata nell'area a nord est della Tenuta di San Rossore, tra Sterpaia e Madonna dell'Acqua - spiega il presidente del Parco Lorenzo Bani - 140 ettari unici in Italia che ospitano due specie rarissime, definite relitti geografici: la felce florida (Osmunda regalis) e l’iperico delle torbiere (Hipericum elodes)».
Con un investimento di circa 50mila euro, tutta la recinzione intorno al Palazzetto è stata sia restaurata nei tratti meno compromessi sia, dove era necessario, completamente sostituita con nuovi steccati in pali di castagno e rete metallica. Alta 2 metri, la recinzione consente il movimento della microfauna ma non permette agli ungulati, le cui attività sono dannose per le delicate specie presenti, di entrare nella riserva. Con un doppio effetto positivo: la protezione ambientale di questi luoghi e anche delle zone agricole di Albavola e Campaldo che si trovano al di là della riserva.
Inoltre, grazie alla collaborazione con il consorzio di bonifica 4 basso Valdarno, è stata ripristinata la pre-esistente area umida di 25 ettari situata a fianco dei canali della riserva, anticamente chiamata Gazzaia. Dopo questo intervento l'airone cenerino è tornato a nidificare: solo quest'anno sono stati censiti 80 nidi con un totale di 200 pulli (così sono chiamati i pulcini di questo uccello). «Continueremo ad occuparci di quest'area che va gestita con particolare attenzione per la sua delicatezza e la sua importanza ambientale» conclude Bani. Sulla riserva del Palazzetto l'Ente Parco ha recentemente pubblicato un volume edito da Pacini a cura di Luca Gorreri.
Raffaele Zortea
r.zortea@sanrossore.toscana.it