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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
di Mario Lavia
Socialisti liberali - I riformisti del Pd potrebbero andare in Europa, ora non resta che fare politica

15/4/2024 - 9:15

Socialisti liberali - I riformisti del Pd potrebbero andare in Europa, ora non resta che fare politica

Dopo una lunga trattativa, il partito sembra pronto a sostenere Irene Tinagli, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti al Nord e Pina Picierno e Antonio Decaro al Sud

Tira e molla sulle liste alla sede del Partito democratico, mentre giustamente tutto passa in secondo piano a causa della crisi in Medio Oriente. Ieri sera c’è stata una riunione della segreteria nazionale ma già Elly Schlein, che aveva sentito Giorgia Meloni per garantire «collaborazione», aveva dettato la linea: «L’attacco iraniano a Israele va condannato con forza. L’impegno della comunità internazionale dev’essere tutto teso a evitare l’escalation, far cessare il fuoco e a costruire la pace in Medio Oriente». Naturalmente su questa posizione tutto il partito è d’accordo, e ci mancherebbe pure.
Non è così invece sulle liste per le europee, dove la trattativa tra le varie anime e la segretaria ha fatto passi avanti con un accordo di massima tra Schlein e il presidente Stefano Bonaccini, ma il quadro è sempre complicato. Ritorna la richiesta di Schlein di essere candidata in tutte le circoscrizioni magari – novità assoluta – in posizione corrispondente all’ordine alfabetico, il che, chiamandosi lei Schlein e non Abate, significherebbe finire in fondo alle liste: che senso ha?
Eppure si era capito che avesse accettato la richiesta di Bonaccini di non candidarsi dove ci sono gli “esterni”, anzi le”esterne”, Cecilia Strada al Nord ovest e Lucia Annunziata al Sud e tantomeno al Nord est dove c’è in pole position lo stesso Bonaccini. Il quale, a quanto pare, ha strappato garanzie per un pacchetto di riformisti scongiurando quel pericolo di una pulizia interna che qualcuno temeva. Infatti dovrebbero essere eletti, oltre al presidente del Partito democratico, Irene Tinagli e Giorgio Gori (Nord-ovest), Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti (Nord-est), Pina Picierno e Antonio Decaro (Sud). Al Centro, potrebbe farcela Alessia Morani, e comunque Dario Nardella, anche se non organico alla corrente tanto che è stato portato da Dario Franceschini, è considerato un riformista.

Salvata dunque sulla carta la rappresentanza, resta il fatto che se vogliono prendere un po’ di preferenze i riformisti dovrebbero caratterizzarsi più chiaramente. Lo fanno sull’Ucraina e Israele. Non molto però su un tema squisitamente europeo come quello della governance e del Patto di stabilità sul quale ci sono state chiare diversità di vedute tra Schlein e Paolo Gentiloni.
Comunque vada il voto di giugno, l’area riformista dovrà rivedere tutto a partire dalla struttura (la bonacciniana “Energia popolare” è una roba troppo interna e chiusa) per finire alla guida dell’area che con Bonaccini a Bruxelles potrebbe aver bisogno di un cambio. Tutto questo al netto del risultato: è evidente che se dal combinato disposto Europee-Piemonte-Comunali dovesse uscire un brutto o bruttissimo risultato per i riformisti si tratterebbe di chiedere una discussione generale, su tutto.





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