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La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10

Teatro del Popolo Migliarino
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Domenica 12 maggio torna la Fiera di Paese a Migliarino
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Comune di Vecchiano
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Il tuo forse lo ha guadagnato ultimamente ed il mio .....
Cara manuela
io non so con esattezza i pro e i contro .....
L’ultimo atto di Elly Schlein di firmare il referendum .....
Ho 62 anni e più di un terzo della vita passato nell'infido .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Pontedera
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Comunicato del Il Presidente comunale di Italia Viva Pisa Antonino Gambuzza
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IMMAGINA San Giuliano Terme
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IMMAGINA San Giuliano Terme
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Di Umberto Mosso
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A cura di Erminio Fonzo
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da Museo del Bosco
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
di Umberto Mosso
DUE GUERRE AI CONFINI D’EUROPA.

27/4/2024 - 11:45

                    DUE GUERRE AI CONFINI D’EUROPA.


In modo tacito, direi sordido, l’Occidente ha applicato la teoria che non fornire armi all’Ucraina farebbe cessare la guerra di Putin. Per circa un anno le armi sono state inviate col contagocce e negli ultimi mesi quasi per niente. Come chiedevano, da noi, Conte e i così detti pacifisti.
Il risultato s’è visto ed è stato quello che prevedevano i sostenitori della resistenza contro gli invasori russi. Niente armi all’Ucraina non solo non ha fermato l’aggressione decisa dal Cremlino, ma l’ha rilanciata contando, ad esempio, sul maggior numero di proiettili d’artiglieria, dieci a uno, sui droni forniti dall’Iran e sulle armi nord coreane. Niente armi all’Ucraina ha prodotto altre migliaia di civili ucraini massacrati dall’artiglieria e dai missili russi in assenza di una adeguata risposta contraerea. Questo ci dice due cose.
La prima è che i pacifisti alla Conte e Santoro non chiedono la fine della guerra, ma la vittoria del massacratore Putin e la cancellazione dell’Ucraina come stato indipendente e libero. Nella loro politica c’è una oggettiva convergenza con gli obbiettivi del Cremlino che, in caso di vittoria metterebbe a rischio tutta la linea di confine con l’UE. Quindi anche la nostra sicurezza in Italia che, secondo lo sviluppo logico delle loro proposte, rimarrebbe ostaggio delle mire espansionistiche e interventiste di Putin, che vorrebbe una Europa divisa e sgretolata, una enorme zona cuscinetto fino all’Atlantico sotto ricatto militare.
Conte spiegherà agli italiani cosa ci facevano i militari russi che scorrazzavano in Italia durante il lockdown? La disinfezione? Evidentemente Conte non ha problemi a passare per scemo, fortunatamente i militari italiani scemi non sono e si rifiutarono di far procedere i “soccorritori” secondo i loro piani.
A proposito di disinfezione ancora nessuno ha chiarito che destinazione hanno avuto i milioni di euro ritirati in contanti dalle banche italiane dall’ambasciata russa a Roma poco prima dell’aggressione all’Ucraina.
Il conflitto israelo – palestinese non finirà con la vittoria militare di nessuno dei due belligeranti.

Ce lo dicono 76 anni di storia e il fatto che si illude chi pensa che il nemico di Israele siano solo i palestinesi, sconfitti i quali torneranno pace e sicurezza. Il nemico di Israele, più irriducibile dei palestinesi, è una parte rilevante del mondo musulmano integralista e jihadista.

E’ oggettivamente impensabile sconfiggere militarmente quel mondo, quindi l’opzione militare, sacrosanta per difendere l’esistenza legittima dello stato ebraico, non può essere ragionevolmente usata per mettere fine definitivamente a quel conflitto.
L’unica possibilità è raggiungere un compromesso lavorando politicamente per aumentare il numero degli stati che riconoscano Israele e firmino la pace con esso, come hanno fatto l’Egitto, la Giordania, il Marocco.
Come stava per fare l’Arabia Saudita, il centro religioso dell’Islam e il principale alleato dell’Occidente in quell’area contro il terrorismo islamico. Una pace fermata dalle conseguenze del massacro terroristico di Hamas, armato dall’Iran. La firma della pace tra Israele e l’Arabia Saudita avrebbe portato con se altri paesi, in particolare quelli del Golfo Persico e avrebbe assestato un colpo duro alle mire egemoniche dell’Iran sul Medioriente.
Per questo, oltre che per i risvolti umanitari, la reazione del governo Netanyahu non produrrà che una sicurezza precaria, nè sicuramente una pace giusta e definitiva.
D’altro canto la destra confessionale e integralista israeliana, sulla quale si fonda l’attuale governo, non ha mai creduto alla soluzione dei due popoli due stati, anzi l’ha sempre osteggiata con atti concreti come lo stabilirsi di colonie che impediscono la continuità territoriale di un futuro stato palestinese.
Il popolo israeliano deve riprendere in mano il suo destino con un nuovo governo che sappia riallacciare i rapporti con gli stati arabi moderati e non sia ostaggio degli integralisti, che oppongono all’idea criminale della cancellazione di Israele quella di un conflitto perenne per la realizzazione del, così detto, Grande Israele.

Se solo queste rimarranno le linee di confronto lo scontro non terminerà mai più. Con un rischio crescente non solo per Israele, che ha bisogno di rilanciare la solidarietà dei popoli del mondo libero, ma per la pace nell’area, in Europa e nel resto del mondo.










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27/4/2024 - 18:56

AUTORE:
Dispetto

...se il prof. Mosso legge la Voce del Serchio, dove abitualmente viene pubblicato. Se lo facesse gli consiglierei di leggersi l'articolo di Andrea Paganelli, pubblicato sulla Voce pochi giorni fa, esattamente il 22 aprile.
Due scritti che trattano lo stesso problema, la guerra in Ukraina, ma con valutazioni opposte. Il problema è che tutti e due si dicono contro i " pacifinti " nostrani ma poi si ritrovano a combattere tra di loro con teorie opposte e confusionarie.
Che intervenga l'Onu per dividerli...