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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
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Valdottavo, 17 maggio
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Pisa: quartiere delle Piagge
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Pisa, 16 maggio
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Nei tuoi occhi languidi
profondi, lucenti
piccolo mio
inestimabile tesoro
vedo il futuro
il tuo
il presente
quello del tuo babbo
il passato
quello .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Di Umberto Mosso
Come parla l'Europa?

9/5/2024 - 9:50


COME PARLA L’EUROPA?

Trattare coi cinesi non è come trattare tra occidentali. Noi ingaggiamo un duello, ruvido o felpato che sia, e vince chi mette con le spalle al muro l’avversario affinché ceda, poco o tanto, per esaurimento di argomenti o per manifesta loro inconsistenza.

Coi cinesi, al netto delle contaminazioni culturali anglosassoni delle quali sono segretamente golosi, non funziona così. Perché il primo loro comandamento dice di non perdere mai la faccia. Dunque se tenti di mettere con le spalle al muro l’interlocutore cinese, immaginando che questo lo faccia cedere, prima di perdere la faccia il buon mandarino si sottrarrà alla stretta e abbandonerà il duello lasciandoti da solo con un pugno di mosche.

L’esito della trattativa diventerà del tutto secondario per lui, perché “la Cina è eterna e ha tutto il tempo che vuole”, e perché ha sempre un piano B che prevede possa fare a meno dell’intesa pure originariamente cercata e farcela da sola. 

“Se ingaggi la lotta con la tigre lascia aperta la porta della stanza, potrà servire a te, ma anche alla tigre”.

Non si tratta di fuga, ma di una certa forma di rispetto non solo per la propria faccia, ma anche per quella dell’avversario. Che avrà tempo per capire che non può vincere umiliando l’interlocutore cinese, ma che farlo umiliando l’avversario fa perdere ogni fiducia nei rapporti futuri .

A Roma, quando Brenno disse agli sconfitti capitolini “guai ai vinti” preparò la sua futura sconfitta. 

L’Impero dei diecimila anni ha una massa critica alle spalle, e presumibilmente davanti a sé, che altera il nostro concetto di tempo. Ma, al di là della retorica dell’attuale capitalismo confuciano, più che tardo comunista, nessuno è infallibile, neanche la Cina. Basti vedere il disastro demografico provocato dalla folle legge del figlio unico che sta avendo conseguenze negative a lungo termine non solo sull’economia.

Dunque con la Cina l’Occidente deve usare soprattutto la maieutica, un tratto della sua cultura tradizionale, offrendole più opzioni alternative alla ricerca di un compromesso migliore per tutti, non abbandonando la deterrenza militare che, tuttavia, va lasciata visibile sullo sfondo.

Le sparate di Putin, a giorni alterni, sull’uso possibile delle armi nucleari  irritano la Cina. Putin è uno vocato a perdere la faccia facendola perdere ai suoi alleati. Il suo bullismo politico e la brutalità dei suoi comportamenti lo caratterizza come un vassallo più che come un alleato affidabile. La Cina dovrà capire che per il suo sviluppo è più conveniente l’intesa con l’Occidente e in particolare con gli Usa e l’UE, secondo la regola che i migliori amici in una competizione pacifica sono quelli più lontani dai tuoi confini geografici. Troppo lunghi quelli tra Russia e Cina. Basti ricordare la crisi dell’Ussuri e il differente sostegno politico delle due potenze comuniste al Vietnam, che oggi è tra i migliori partner economici degli Usa. 

E dopo che la Cina avrà capito, come chi vuole spegnere i focolai di guerra spera, bisognerà dirle che ha avuto autonomamente una intuizione geniale. Faccia salvata.

Non sappiamo ancora quale sarà l’esito politico del recente viaggio di Xi Jimping a Parigi, ma sembra proprio che Macron abbia agito con l’atteggiamento giusto nei confronti della Cina. Anche in relazione all’irresponsabilità criminale di Putin. Ora quella linea deve diventare europea se vogliamo che mai più un carrarmato esca dai propri confini per aggredire un altro Stato. E il nostro si chiama Stati Uniti d’Europa.

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