Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava.
Dalla zona di Rafah nella parte meridionale della Striscia di Gaza, sono partiti oggi almeno otto missili diretti su Tel Aviv, riuscendo a intercettarne diversi. Sia a Tel Aviv che in altre città dell’area centrale di Israele erano suonate le sirene per avvisare la popolazione di un imminente attacco.
Il punto è che Israele è in grado di inviduare con l'Iron Dome i missili che arrivano, ma anche i sistemi di difesa possono cominciare a scarseggiare, cosa che appare probabile, visto che di missili dal 7 ottobre ne sono arrivati decine di migliaia, anche se nessuno se n'è accorto.
Del resto non si sono mai accorti di tutti quelli che sono arrivati sulle città israeliane da almeno settant'anni.
Ma il punto che mi lascia molto perplessa è questo: se Gaza è stata completamente distrutta così come ci viene raccontato, non ci dovrebbe più essere la possibilità di spedire missili sulla capitale, quindi da dove arrivano questi missili, chi glieli fornisce? Dove vengono conservati? Chi li sta gestendo? Qual è il punto di lancio, perché devono pur essere lanciati per arrivare a distanza, e non certo con l'elastico.
E quindi posso immaginare che ci siano ancora chilometri di quei tunnel con materiale bellico, di qualsiasi tipo? Oppure che qualcuno continua a portare rifornimenti attraverso tunnel sotterranei come è appena stato scoperto il tunnel che collega direttamente all'Egitto? E non potrebbero invece proteggere i bambini e le donne, dentro quei tunnel? Come mai non succede?