Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Quindi secondo le forze politiche italiane - di maggioranza e di opposizione - le regole della guerra in Ucraina sono queste: l'invasore può colpire dove vuole, con armi russe, ma anche cinesi o nordcoreane.
Chi si difende invece può usare le armi italiane solo colpendo gli avversari nel suo stesso territorio, senza sconfinare in Russia, con la bizzarra tesi che la nostra Costituzione lo imporrebbe.
Quindi se per assurdo un paese vicino ci invadesse, noi potremmo usare le nostre armi solo per colpire nel nostro stesso territorio, come i nostri aggressori.
Ma 25 anni fa, quando decollarono dalle basi italiane i caccia che bombardarono Belgrado, si spiegò che l'imperativo umanitario di salvare la popolazione del Kossovo superava ogni vincolo. Quel galantuomo del capo dello stato (che allora era vicepresidente del consiglio) credo la pensi ancora così.
Solo lui?