Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi. Il ricercare informazioni e documenti ha richiesto un grandissimo impegno per Franco, ricompensato dall'interesse dimostrato dai lettori, decisamente significativo.
Il secondo round
Adesso si apre il secondo round che punta all’isolamento del populismo rosso, islamista e antisemita di Jean-Luc Mélenchon, lassista sui conti pubblici, antiamericano e ostile alla difesa dell’Europa dall’aggressione russa. Un pericolo altrettanto grave per la tenuta della Francia e di tutta l’Ue. Ancora una volta i commentatori italiani non colgono il punto: quelli di destra accusano Macron di aver provocato il caos e di aver riabilitato la France Insoumise; quelli di sinistra gioiscono troppo, sognando che il Fronte Popolare abbia chance di governo in Francia e possa diventare perfino un modello per l’Italia. Nulla di tutto ciò è fondato. Il primo a tirarsi fuori dall’opzione di governo è proprio Mélenchon, annunciando che il suo movimento potrebbe stare in un governo solo a condizione di applicare interamente il proprio programma.
Ma la cosa più importante è che sono proprio i potenziali alleati – anche quelli di sinistra – che non hanno alcuna voglia di fare accordi con il leader populista. Subito dopo il ballottaggio Raphaël Glucksmann – fondatore e leader di Place publique, partito della rinascita socialdemocratica – è stato chiaro. “Siamo in testa, ma in un’Assemblea divisa e quindi dovremo comportarci da adulti. Dovremo parlare, dovremo discutere, dovremo dialogare”, ha detto il leader neosocialista. Poi ha aggiunto: “Il cuore del potere è stato trasferito all’Assemblea ed è necessario e fondamentale un cambiamento della cultura politica”.
Gabriel Attal, primo ministro ancora in carica e guida di Ensemble, aveva chiarito l’obiettivo in campagna elettorale: una “Assemblée plurielle”, decisiva per sviluppare negoziati tra le forze riformiste e moderate ed escludere quelle estremiste e populiste. Non a caso, la settimana scorsa il ruolo di Attal è stato determinante per la definizione delle desistenze. In questi giorni, pertanto, bisognerà seguire bene le mosse dei due “adulti” nella stanza: Attal e Glucksmann. Sono loro i potenziali protagonisti di un accordo di governo. Sono loro i potenziali candidati in pole position per le elezioni presidenziali del 2027, con buone chance di ribattere Le Pen. Macron ha già comunicato di voler prendere tempo per valutare i nuovi assetti parlamentari. Mentre i vari gruppi si prendono le misure, cominciano le trattative per far nascere un inedito governo di coalizione di centrosinistra.