L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Tra i tanti conflitti…
Ricordo che a partire dall’adolescenza è cominciata la mia lotta con mia madre. Ogni giorno, qualcosa scatenava in me una visione che prendeva il sopravvento su quella di mia madre. Affermare me stessa significava spesso scontrarmi con le idee e i comportamenti di mia madre.
Uno stato di sofferenza che mi portava a una frustrazione emozionale importante. D’altra parte, il mio sviluppo mentale, oltre a quello fisico, era un bisogno caotico di desideri e pulsioni. La mia fantasia ricorrente era l’indipendenza personale. Avanzavano idee, principi e desideri, consci e inconsci, mutevoli nel tempo. Col tempo, si è delineata una via maestra alla quale mi affidavo. La sofferenza di quel periodo rimaneva un messaggio permanente dentro di me, con conflitti interiori che non mi portavano pace. Poi qualcosa è successo: sono diventata madre. Quando mia figlia ha iniziato l’adolescenza, tutto si è capovolto.
Questo scontro, questa opposizione era verso di me, madre. Mia figlia metteva in atto l’istinto che porta a sviluppare quell’io che tenta di crescere e riconoscersi. Una lotta estenuante che ho capito ma non riuscivo a gestire. Sentimenti e opinioni contrastanti mai trovavano un giusto compromesso. L’estremismo, i vincoli imposti dall’educazione e dalla società mi obbligavano a stare in quel conflitto di madre e figlia, di figlia e madre.
Gli anni passavano e niente sembrava succedere per placare quel conflitto interminabile. L’aspetto affettivo non contribuiva a far fluire i propri atteggiamenti sfumando le avversità. Ognuna di noi voleva affermare sé stessa e allora non c’erano linee di pace ma rappresaglie, puntigliosi momenti di imposizione di tensioni tra opposte forze di madre e figlia.
Poi, dopo anni, è successo quello che era successo a me: l’incontro con un uomo che poi rimarrà nelle nostre vite. Mio marito, padre di mia figlia, e per mia figlia suo marito, metteranno fine a quelle paure e conflitti interiori dell’adolescenza. Mamma mia! Che periodo difficile è stato, un palco di scena dove abbiamo rappresentato al peggio noi stesse, trovando e mettendo insieme quei frammenti infantili che si modificavano giorno per giorno.
Oggi, a distanza di tanti anni, il conflitto non esiste più? Esiste e come! Ma è vissuto in modo diverso, più rispettoso della individualità di ognuna di noi. Ormai, non tentiamo più di prevaricare e obbligare l’altra con la nostra personalità. Alla fine, ogni volta che entriamo in questa dinamica, ci diciamo: “Ma sai che!!!? Fai cosa ti pare, tanto fai sul tuo!”
Paola Magli
foto propria