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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

CERTO CHE E UN PARADISO PER I CANI, MA ESSENDO PARCO .....
esiste un luogo meraviglioso dove i cani possono esprimere .....
Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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"Allora marva!"

5/8/2024 - 21:16



 
È tra le piante più comuni che si possono reperire allo stato selvatico, utile sia in cucina che in fitoterapia. “Malva” si dice derivi dal greco con significato di molle, emolliente, altri invece dal latino “mollis“.

Questa pianta, di origine mediterranea, è stata decantata già nel VIII sec. a.C. quando i germogli venivano presentati sulle mense dei dignitari.
Lo stesso Pitagora (570 a.C.- 495 a.C.), noto filosofo, matematico, astronomo dell’antica Grecia, riferendosi alle enormi virtù di quest’erba scrisse con uno spirito di puro altruismo:
“semina la malva, ma non mangiarla; essa è un bene così grande da doversi riservare al nostro prossimo, piuttosto che farne uso con egoismo per il nostro vantaggio“, poi però sosteneva che la malva dovesse essere mangiata ogni giorno per calmare le passioni e purificare la mente. Cicerone ne era ghiottissimo, e Marziale, oltre che usarla come antidoto alle sue notti brave, la consigliava a chi aveva problemi di stitichezza. Orazio l’accompagna alla cicoria e Apicio la consacra nella cucina ricca, pur essendo cibo contadino e popolano, dedicandole due ricette. Carlo Magno rese obbligatoria la sua semina per le conclamate virtù della pianta.

Oggi in gastronomia le foglie di malva, appena spuntate, sono mangiate crude nelle insalate, oppure cotte nelle minestre con orzo o riso. Sempre le foglie cotte, entrano come ingrediente nella preparazione di ripieni per ravioli e polpette. Le contadine del secolo scorso d’alcune regioni, mettevano dei fiori di malva nel corredo della sposa perché si diceva aiutassero a conservare la bellezza anche con l’avanzare dell’età.

Penso che non ci sia uno di noi che non abbia bevuto l’acqua di bollitura di malva o decotti per stati infiammatori della bocca, nevralgie dentali, infiammazioni delle vie respiratorie, infiammazioni dell’apparato digerente e delle vie urinarie.

Io sì, mia madre la teneva in massimo conto e mi sono domandato per anni perché mio padre, quando eravamo a pescare in barca sul Serchio e il pesce si slamava, diceva a voce alta: “allora marva!

Cosa voleva significare?
Mal va” (va male) oppure che per lo gnocco ci voleva un lenitivo? Una bella tazza di acqua di malva?

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6/8/2024 - 1:04

AUTORE:
Lilia

In un'altra occasione hai fotografato un campo con una fitta fioritura bianca dove, dicevi, aveva "carotato", mentre al settentrione aveva grandinato...
questa volta allora, stando così le cose e visto che non piove, dovresti dire che ha "malveggiato"...
Anche se in realtà non ne riconosco il colore ne' la forma delle foglie...
E se non muove foglia che Dio non voglia, è anche vero, e io mi inchino...
che non c'è pianta a Migliarino che il Chiube non descriva perbenino!
Decantare sa decotti e tisane a base di benefica malva salutare...
però io preferisco di gran lunga assaporare biscotti di ricette pisane...meno curativi ma gustosi da pappare!