Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.
Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"
Con il Maestro Alberto Fremura ho trascorso lunghi periodi insieme e ne ho già parlato ampiamente su queste colonne.
Oggi mi piace ricordare l’esperienza vissuta tramite lui, con il settimanale d‘informazione e satira LA PESTE diretto da Fabrizio De Jorio e del quale Alberto era un importante collaboratore.
Pubblicazione nata per bilanciare a destra il successo politico di CUORE a sinistra, ebbe vita breve e non molto brillante.
Distribuita dalla Mondadori iniziò ad avere una buona diffusione, ma poi, una volta mutata in inserto domenicale de IL SECOLO D’ITALIA, superato un inizio travolgente, proseguì in un brutto declino che la portò alla chiusura.
La pubblicazione così facendo veniva troppo politicizzata e perdeva quello spirito libero dello sberleffo che poteva essere indirizzato a tutti i politici indifferentemente dalla loro appartenenza.
In quel periodo di metà anni ’90 io curavo il marketing di importanti aziende nel settore accessori moto e tra i miei compiti c’era anche quello di scrivere redazionali per le riviste del settore od organizzare incontri ed interviste con manager e piloti di fama mondiale (Alboreto, Lavado, Maddii, Everts, Andreani , Scovolo, Barros etc.) da riportare poi nelle rassegne stampa o nelle produzioni radio-televisive.
Fu così che, curioso , interessato e soprattutto grazie al supporto di Alberto che anch’io scrissi alcuni contributi semi-seri così come era nello spirito della rivista.
Ebbi inoltre la possibilità di conoscere e partecipare a riunioni ed incontri con importanti personaggi oltre al Direttore stesso Fabrizio De Jorio, Luciano De Crescenzo, Gustavo Selva, Pasquale Squitieri, Alfio Krancic. Tra gli altri “appestati” c’erano anche Jacovitti, Pier Carpi e numerosi giornalisti e disegnatori.
Un mio contributo dal titolo “Aridatece il varietà” trattava del successo ottenuto da Fiorenzo Fiorentini al debutto con il suo spettacolo presso la sala Petrolini di Roma.
Ricordo tra gli interpreti una brava Lilla Katte e due caratteristi già famosi: Agonia (Valerio Isidori) e Pierluigi Zerbinati il sosia di Bettino Craxi.
Sempre nell’ambito teatrale, il mio settore preferito, scrissi sul flop di PISELLI FRESCHI del mio idolo Roberto Brivio.
Mi dispiacque molto di questa disavventura perché Roberto l’ho sempre seguito sia nel suo cabaret (IL REFETTORIO) che ne I GUFI, poi nell’operetta e in tutte le sue mille iniziative musicali e teatrali.
Siamo rimasto in contatto sino al Natale 2020 quando ci scambiammo gli auguri poco prima che venisse colpito dal Covid.
Il malizioso titolo Green Peas ed un numeroso e qualificato numero di autori (Natalia Aspesi, Gaio Fratini, Gino&Michele, Paolo Mosca, Lidia Ravera, Sergio Stajno, Bernardino Zapponi ed altri) non sono stati sufficienti a fare colpo sugli spettatori.
La platea rimase semivuota e dopo solo 4 repliche il sipario calò definitivamente sullo spettacolo.
Scrissi anche Lega Nord tra traslochi e barzellette.
Un articolo sulla LEGA impegnata ad arginare crisi di simpatizzanti , traslochi di uffici e barzellette.
Questa è la riprova della nostra assoluta libertà di pensiero e di scrittura. L’articolo mi venne in mente quando, passeggiando per Brera, vidi una piccola strada intestata a Marco Formentini.
Caspita ,dissi, come sono futuristi a Milano !
Il Formentini in oggetto non era il sindaco in carica ma un nobile politico e scrittore dell’ ‘800.
All’epoca viaggiavo spesso con la British Airways e nel periodo che collaboravo con la Silkolene (fornitrice di alcuni lubrificanti per il mitico Concorde) avevamo il simbolo dell’aereo più veloce del mondo stampato su camicia e cravatta.
Una volta venni addirittura scambiato da una hostess per un pilota della compagnia inglese.
Ma altro volte i miei colleghi mi prendevano in giro sull’acronimo che circolava negli ambienti aerei sui ritardi cronici (a loro dire) della nostra compagnia di bandiera ALITALIA .
Io lo riportai, con successo, su LA PESTE.
A - Always
L – Late
I - In
T – Take-off
A - Always
L - Late
I - In
A – Arrival
E adesso con ITA cosa inventeranno ? In italiano è facile “E’ belle che ita” lo dicevano i nostri vecchi per dire che una cosa era finita.
Foto
1- La Peste 1995 II° dell'era Faxista
2- Articoli s Lega e Alitalia
3- Appello contro la chiusura
4- Dediche autografe Luciano De Crescenzo e Gustavo Selva