Nella prestigiosa Sala Gronchi del Parco Naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, il 20 ottobre alle ore 16, avrà luogo la cerimonia di premiazione della dodicesima edizione del concorso artistico-letterario "Area Protetta", organizzato da MdS Editore, Associazione La Voce del Serchio e Unicoop Firenze Sezione Soci Valdiserchio-Versilia.
PUNTO E A CAPO.
Può darsi che non abbia capito niente della proposta di Renzi, dunque provo a riassumere con parole mie, come ci chiedevano alle elementari, cosa ho compreso.
Italia Viva resta il partito riformista che è sempre stato, con l’ambizione di rappresentare un elettorato che non si riconosce né nella destra, né nella sinistra, ma che vorrebbe esprimere valori e affermare programmi liberaldemocratici.
La novità rispetto a due mesi fa è che tutto questo si pensa di farlo all’interno di una coalizione rinnovata di centro sinistra, anziché immaginare di farlo in solitaria.
Insomma si vuole confermare Italia Viva come forza politica autonoma e liberaldemocratica, dandole il compito di rappresentare il centro riformista nel centro sinistra, oggi sbilanciato dal peso dei massimalisti e dei populisti, per costituire una alternativa al governo di centro destra.
Perché ho scritto “in solitaria”? Perché il tentativo di costruire il Terzo Polo è stato fatto fallire, sappiamo da chi, per ben tre volte (dopo le politiche, col rifiuto della lista Sue, col rigetto del “TP con un terzo leader”) e insistere, stante il permanere di quell’opposizione, significherebbe solo aggiungere una terza scheggia al fronte liberaldemocratico già disgraziatamente diviso in due.
Certo Renzi si è preso una grande responsabilità nel proporre la collocazione di IV nel Csx. Chi lo segue a mente sgombra dai pregiudizi sa che Renzi ha visione e capacità di previsione come un giocatore di scacchi.
Superare il bipolarismo è un obbiettivo serio, ma che ha un senso se hai la certezza di conseguire rapidamente una percentuale a due cifre (vedi i liberaldemocratici in UK e Francia) vicina a quella di almeno uno dei due poli. Abbiamo realisticamente questa possibilità dopo due tentativi elettorali falliti in questo senso?
Ho scritto “rapidamente” perché già nei prossimi giorni, con l’apertura della stagione di bilancio, testeremo la capacità o meno del centrodestra di riuscire a tenete coeso un Paese come il nostro che si appresta a dover programmare, per la prima volta nella sua storia, tagli di spesa e/o aumenti di tasse per circa 25 miliardi di euro ripetuti per sette volte nei prossimi sette anni. Senza nessuna possibilità di deroga.
Questo per rientrare in limiti più accettabili del debito pubblico, per servire il quale comunque occorreranno altri 90 miliardi l’anno. Tutti soldi sottratti a servizi e investimenti pubblici e presi dalle nostre tasche. Inevitabilmente.
Avete idea delle sollecitazioni sismiche che investiranno il governo che, ancora oggi, continua a promettere follie di spesa ai suoi elettori? Non abbiamo difronte solo un enorme problema economico – sociale, ma un possibile grave problema di tenuta democratica. A chi lo affidiamo? All’incapacità e inaffidabilità del CdX?
Dunque che fare? Predicare una terza via dai tempi lunghi e incerti? O sollecitare una nuova presa di coscienza delle forze progressiste per fare fronte alle crisi che si profilano, comprese quelle riguardanti la sicurezza e la pace?
Dunque non c’è nessuno scioglimento di Italia Viva, né tantomeno un ritorno nel PD. Così come non ci sono richieste da fare al M5S e a AV&S se non di contribuire a mandare all’opposizione il Cdx sulla base di un programma condiviso.
D’altronde quando, forseprima di quanto si immagini, arriverà per tutti il momento di scegliere - con questa legge elettorale - da quale parte stare, nessuno resterà da solo in un centro isolato da tutti. Anche i liberaldemocratici eventualmente fuori da Italia Viva dovranno scegliere dove collocarsi.
Ma, allora, non è meglio farlo ora provando a lasciare un segno politico riformista e liberaldemocratico ai cittadini e ad una coalizione attualmente asfittica, anziché trattare accordi elettorali opportunistici dell’ultima ora?
I dinieghi del M5S e di AV&S non devono impressionare. Di minima smentiscono chi vaticinava la schiena piegata di IV nei loro confronti. In realtà costruire il centro riformista ed autonomo che manca al Csx mette a rischio il loro ruolo. Chi immagina che IV si aggiunga semplicemente all’attuale Csx sbaglia di grosso.
Renzi ha aperto una prospettiva tutta da percorrere e ha rinnovato un compito concreto per i liberaldemocratici.
Cosa è cambiato? Stiamo evitando l’inerzia, la coazione a ripetere, stiamo provando a tagliare la distanza tra i nostri desideri e la realtà. Andrà tutto bene? Non lo sappiamo. Ma intanto bisogna andare.
Sollevare il tema della democrazia interna a IV è un diversivo ad alto impatto psicologico in questi tempi di acute frustrazioni politiche, ma utile solo per sfuggire al nodo politico.
A Berlinguer bastarono, per dire, due articoli su Rinascita per affermare la linea del compromesso storico. Non ci fu bisogno di alcun Congresso. E l’incontro con la Dc era ben più rilevante per la base del Pci degli avvenimenti di oggi.
Se, invece, si vuole contestare la leadership di Renzi, ritenendo che sia lui l’ostacolo alla crescita di IV o alla realizzazione del TP, lo si dica apertamente. Esprimersi con chiarezza e coraggio su questo, dando la possibilità agli iscritti di capire, al di là di documenti generici, dove li si vorrebbe portare, sarebbe di certo un buon esercizio di democrazia interna.