Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.
Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"
Oh Susanna!
“Oh, son venuto dall’Alabama con il banjo in grembo Vado in Louisiana, per vedere il mio amore…”
Questi sono le prime parole della canzone “Oh Susanna”, scritta nel 1848 da Stephen Foster in occasione della scoperta di giacimenti auriferi nel fiume Sacramento in California.
Da qui la “febbre dell’oro” si sparse in ogni dove con migliaia e migliaia di cercatori provenienti da tutto il mondo.
La tecnica più conosciuta è il setacciare le sabbie con quei canestri che si sono visti nei film dedicati a questo metallo e allora… tocca a noi ora!
Non siamo nel Klondike o sullo Yukon o in Alaska, ma qui vicino a noi.
Si parla e si esalta la bellezza del luogo, bellezza vuol dire ricchezza ma ricchezza non vuol dire oro e oro non vuol dire gioielli e gioielli, alla Cornelia e non Susanna, sono quegli attimi fuggenti che solo i più attenti e/o fortunati possono goderne.
La sabbia c’è, l’oro ce lo mette il sole e il piacere chi si trova sulla nostra spiaggia in quei brevissimi momenti del tramonto.
Non ci sono corone d’alloro e agli ultimi, anche a loro, l’oro è dovuto e aggratisse!