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Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.

Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"

Comune di Vecchiano
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di Stefania Magagna
Presidente Filarmonica Senofonte Prato
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Comune di Vecchiano
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. . . che sei amico curioso, chiedi all'amico del .....
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. . . dicci ndove, il come ed il perché la minoranza .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Libero caro
mio dolce tesoro
più ti guardo, ti "esploro"
più sembri un capolavoro
Un'inesauribile fonte
di emozioni
una sorgente
un erogatore .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Il Papa (a San Giuliano 1857)!

17/9/2024 - 22:12













Sotto il Ponte di Bagno c'era l'erba perché il Fosso, seccato il giorno prima, non inducesse qualche bagnaiolo, di quelli mangiapreti per davvero, a man­giar nientemeno che Pio IX e a buttar la carrozza pontificia, con gli angiolini, col triregno e tutto, in quell'acqua corrente.
Forse il Papa l'avrebbe anche gradito un bel tuffo nel Fosso: chissà come ponsava, pover'uomo, quel 26 d'agosto, 1857, mentre tornava senza alcuna pompa da una visita a Lucca. (Il 24 e il 25, a Pisa, aveva fatto Visita di Stato).
Già, i Bagnaioli avevano gonfiato perché la Fiera di due giorni prima, col Papa sui lungarni e in cattedrale, era andata maluccio; ora, il fatto che Pio, pontefice discusso in quell'epoca storica di fuoco, passasse in pieno giorno dal paese, l'indispettiva un po'.
Naturalmente c'erano anche quelli, baciapile ad oltranza e pretaioli, che pensavan l'opposto. Ma, comunque, il Monini, per dovere, appena fatto il solito sonnetto di dopo pranzo, alle due e tre quarti s'era attaccato, mormorando in "requiem" all'anima di tutto il purgatorio, alla fune dell'unica campana, mentre da Gello rispondeva il doppio forte e gioioso delle feste grosse.
San Giuliano si scosse e venne tutto.
Curiosità, dispetto, fede, rabbia, amore pel... capoccia della Chiesa, voglia di festa, di non lavorare, voler vedere un bel corteo di "legni" seguiti da gendarmi impennacchiati, tutto concorse ad ammassare gente. E poi, oeh! un Papa è sempre un Papa, e Pio IX poi!

Era un Papa di quelli che si biasciava tutti i santi giorni o come un gianduiotto alla nocciola, o come una pasticca di veleno.
Bisognava vederlo, il Papa "vero"! Vero, di carne e d'ossa e non stampato, benidicente, con la veste bianca, sui santini di chiesa.
Il Monini raggiava e s'era messo il roccetto più bello di bucato con la trinona ad uncinetto in fondo e la "mozzetta", in seta paonazza, che aveva ricamato sopra il petto lo stemma, di moiré, dei cavalieri.
Ragazzi e donne avevano annacquato quel po' di strada dal Casino al ponte e l'avevano anche profumata con "ramerino", con mortella e menta; la "sparta" si faceva colorata di tanti fiori proprio in mezzo al Ponte e proseguiva, folta, sottofosso.
Ma sottofosso s'era nel... gellese e i gellesi, col prete e gli stendardi, facevano muraglia sul confine.
C'era naturalmente al gran completo tutto il "ceto" di Bagni: c'era il Gonfaloniere comunale e la Gendarmeria col Capoposto che sudavan da bestie dentro il panno delle divise tutte filettate; c'era il dottore, c'era il farmacista, c'erano gli... stranieri delle Terme, c'erano gli "spizieri" e le bagnine e in Boboli, nascosti ma curiosi, c'eran tutti, pigiati sul muretto, i mangiapreti ed i repubblicani.
Sole da matti, caldo da morire, afa che si tagliava a fette e Fosso secco... Quando in Piazza suonarono le cinque, la gente cominciava ad annoiarsi.
«Ma 'un passava alle vattro, sor Priore?» -
«Ma cosa voi 'he ti dia, Tuticci mio.. Forse l'artri paesi l'han fermato...»


Eran le sei e mezzo e di carrozze non si vedeva l'ombra.
Alle sette precise s'ebbe fame e si temette che, se Pio tardava, non restasse nessuno ad aspettarlo.
S'arrivò all'otto e un quarto e già imbruniva...
«Ci vole le "andele!"» — venne in mente a qualcuno.
«Si fa la luminara!» — disse un altro.
I gellesi schiumavano di rabbia...
«Dateci varche moccolo anco a noi... Se s'accendan sortanto da una parte, si fa una figuraccia!»
Come d'incanto allora, a poco a poco, quel tratto di paese (e sottofosso) s'infiorò di fiammelle tremolanti che aumentarono il caldo e l'impazienza.
Però era bello!
Alle nove precise, ecco un cavallo, anzi un calesse nero, acciottolar da verso Ripafratta. Sopra, sudato, polveroso e stanco, c'era il prete di Rigoli da solo.


«Priore...! Sor Priore... ma ha sentito?!» -
«Cosa c'è sor Pievano? È morto 'r Papa?» -
«Ma che morto, Priore... 'Un gliè passato...!»
«Come? 'Un ritorna a Pisa? Resta a Lucca...?!»
«Noo, 'un gliè che lui 'un ritorni a Pisa, gliè che c'è già rivato. Gliè che noar­tri s'è capito male: er Papa ha preso 'r treno, gliè passato alle cinque e 'un s'è fer­mato!»


Io quel giorno non c'ero, ma non mi sforzo punto a immaginare che il Monini, all'istante, diventasse più paonazzo della sua mozzetta.
Ci fu un rumoreggiare di tempesta, un ridacchiare in Boboli, in falsetto, un deluso soffiar sulle candele e poi, fu buio, un buio fitto fitto che puzzava di cera bruciacchiata.
Tutti i moccoli spenti: quelli in mano però, perché quelli di... bocca si contarono quasi a centinaia dalla parte di Bagni e sottofosso (meno quelli dei preti, si capisce!).

I preti, certamente un po' arrabbiati, si saranno rivolti al Creatore cercando di calmarlo col chiarire che, se s'andava proprio fino in fondo, la colpa ce l'aveva quasi tutta Sua Santità, il Pontefice Romano!


Valutando però la cosa a freddo, — «Viva Pio IX!» — si gridò sul ponte.
E Boboli sputò: — «Accidenti a lui!» —


 
Caro amico Luciano del Bacci, quanto ti sarai divertito a scrivere queste 80 storielle (vere e non) che pubblicasti in un delizioso libro: “I racconti del fosso”?
Io ti ricordo sempre allegro, onesto e caritatevole e ti ho ammirato moltissimo negli anni nei quali abbiamo lavorato insieme.
 

Fonte: cartoline collezione privata u.m.
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