Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Buon lavoro Israele
Marchiare le case degli ebrei, insultare una signora scampata ad Auschwitz... siamo all'odio puro da punire senza indugio.
Basta.
Bisogna finirla di tollerare questi mascalzoni, che possono essere fermati solo in un modo: sconfiggendo le centrali del terrore cui si ispirano.
La morte di molti assassini rende più facile pensare ad una pace futura tra paesi liberi dal terrore.
È per questo che non si deve fermare Israele: difende la sua vita e fa il lavoro sporco che il mondo libero non vuole fare.
Gli ultimi avvenimenti fanno pensare che hamas e hezbollah hanno perso molti appoggi e che i servizi segreti di alcuni paesi arabi stiano collaborando con Israele per depotenziare l'Iran e far cadere quel regime. Forse si può pensare che questa è l'occasione per rimodellare il Medio oriente in senso moderato e riformatore.
Basta pensare che nessuno dei paesi del Patto di Abramo ha rinnegato gli accordi con israele e che nessuno abbia obiettato all'embargo in atto contro i voli di Siria e Iran verso il Libano. Perché sperano che il terrore sciita sia sconfitto.
Interrompere le azioni di Israele significa fornire ossigeno ai terroristi e consentire che possano riorganizzarsi. Non possiamo permettercelo e non dobbiamo dare credibilità a paesi illiberali che odiano Israele e promuovono un disegno di criminalizzare l'unico Stato democratico in una parte del mondo in mano agli autocrati.
Netanhyau ha fatto all'Onu un discorso coraggioso.
È vero, come ha detto, che questo organismo è diventato "una palude di bile antisemita", ostaggio di paesi che odiano la democrazia.
Gli stessi paesi che hanno lasciato l'aula quando ha preso la parola Netanhyau.
Non dovrebbero lasciare l'aula, ma la comunità civile. E, se non lo fanno, dobbiamo fare in modo che sentano il disprezzo e l'ostilità di chi non vuole dare loro nessun sostegno, nessun alibi.
Ps. La retorica piagnucolosa di molti quotidiani ammaliati dalla figura pubblica dei terroristi e ammalati di masochismo occidentale, le parole fuori luogo del Papa sulle reazioni di Israele, le dichiarazioni deliranti di nuovi sultani o di cuochi nostrani non devono impressionarci. Importante che Israele vinca e con lui la civiltà.