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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvivico silenzio
È il primo maggio, uno slpendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Umberto Mosso
SALVATE IL SOLDATO ROSSI (O LASCIATELO LAVORARE)

15/10/2024 - 12:38

Le truppe Onu nel Libano-sud non sono state mandate lì né in missione di peace kipping, né per fare da “semplice” interposizione tra Israele e Libano. Unifil significa United Nations Force Interim in Lebanon, dove la missione sta nel termine “Interim”, cioè una sostituzione temporanea all’esercito libanese in riorganizzazione, per bonificare dai miliziani di Hezbollàh la zona di confine assegnata. Un interim che dura dal ’78. Si, avete letto bene, da 46 anni.

La risoluzione Onu 1701 del 2006, che definisce la missione attuale, è solo l’ultima in ordine di tempo e risente di tutte le contraddizioni di una organizzazione mondiale sottoposta ai veti dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Che anche in questo caso non hanno consentito all’Onu stessa di operare con ordini e mezzi adatti ad applicare la sua stessa risoluzione. Una follia. Nonostante questo da 18 anni l’esercito israeliano si era ritirato al di là della Blue Line, quello che viene ritenuto il confine internazionalmente riconosciuto e in prossimità del quale non avrebbero dovuto esserci operazioni militari. Invece Hezbollah non solo ha proseguito con il lancio di missili sul nord di Israele, più di 10mila negli ultimi 10 anni, ma lo ha anche intensificato dopo il 7 ottobre. Ma se in dieci anni le truppe Onu nel Libano-sud non sono state messe in grado di fare quello che erano state mandate a fare, cioè sgomberare la fascia di confine tra Israele e il Libano da Hezbollah e questo ha consentito ai terroristi di mettere in quella fascia le basi dalle quali hanno lanciato migliaia di razzi su Israele e di scavare tunnel e vere e proprie caserme con depositi di armi e munizioni, come si può criticare Israele perché quel lavoro voglia farlo da sé?

E’ sicuramente inaccettabile che l’esercito israeliano spari contro le truppe Onu, anche perché quei soldati non sono offensivi, ma è anche assurdo chiedere ad uno Stato attaccato quotidianamente dai razzi che stia con le mani in mano a prenderseli sulla testa mentre chi dovrebbe impedirlo non lo fa.

Per questo Israele ha chiesto a Unifil di arretrare di 5 km, per poter agire contro Hezbollah, che ha le sue postazioni proprio in quell’area. Non è perché, come qualcuno sostiene, non vuole che ci siano ‘testimoni scomodi’, ma semplicemente perché avere una forza frapposta impedisce le operazioni e, oltretutto, facilita Hezbollah che può contare sul fatto che l’avversario non lo colpisca per la prossimità con la missione Unifil.

La stessa richiesta di arretrare fu avanzata dall’Egitto, nel maggio 1967, alla missione Onu che si trovava in Sinai. All’epoca il Segretario Generale delle Nazioni Unite U Thant acconsentì. Dunque o si mette Unifil in condizione di applicare il mandato della risoluzione 1701 oppure si ritirano tutti i contingenti, non solo quello italiano.

Un ritiro unilaterale sarebbe sbagliato sotto ogni punto di vista e sarebbe anche indecoroso per noi.

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