L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Non tutti i popoli sono religiosi e non tutte le religioni riconoscono le Sante e i Santi venerati in Italia dalla Chiesa cattolica. Se guardiamo un calendario, troviamo nomi di donne canonizzate, spesso adolescenti, le cui storie ci portano alle radici delle lotte e dei culti femminili, come quello di Santa Lucia, legata alla luce, o di altre sante invocate per la fertilità. Queste figure, che la storica femminista Francesca Allegri definì "prime donne libere," rappresentano coloro che, sfidando imposizioni sociali e culturali, hanno difeso il diritto a scegliere il proprio destino.
Il loro sacrificio, prima di essere riconosciuto come "santità" dalla Chiesa, era l'emblema di una lotta personale e politica. In un mondo dove la voce delle donne era spesso repressa, queste figure risuonano come simboli di resistenza e libertà, offrendo oggi una testimonianza profonda: la libertà di scegliere, di affermare sé stesse e di lottare per i propri ideali, rimane un atto sovversivo e necessario.