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L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.

E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.

Il fu presidente Biden lascia la carica e fa un bel .....
E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di - Maestra Antonella
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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Circolo ARCI Migliarino
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Cooperativa Teatro del Popolo Migliarino
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Calcinaia, 13 dicembre
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Vicopisano, 15 dicembre
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Pisa, 11 dicembre
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Anticipo il Santo.

10/11/2024 - 8:42


Giorni fa ho seguito, come al solito, una delle più belle trasmissioni RAI condotta da Zanchini (erede di Augias): “Quante storie” dove si parlava della poesia con un pizzico di nostalgia. Nel bagaglio delle conoscenze scolastiche, tra le tabelline e la fotosintesi clorofilliana, c'è sempre stato qualche verso da imparare a memoria. Ma la poesia sembra ormai essere scomparsa non solo dai programmi scolastici ma anche dalla nostra vita quotidiana. Lo scrittore Paolo Di Paolo e il poeta Valerio Magrelli ripercorrono, dai Sepolcri al Cinque Maggio, dalla Pioggia nel pineto alla Silvia di Leopardi, alcune tra le liriche più celebri della nostra letteratura e spiegano perché è importante avere una memoria collettiva fondata sulla poesia. Di Paolo batte sul dente raccontando che un suo amico pensava che “San Martino” l’avesse scritta Fiorello e non il Carducci!
Chi di noi ”ultra-oltraenni” non ricorda almeno gli incipit delle sudate poesie delle elementari e  medie?
Ei fu siccome immobile… C’è qualcosa di nuovo oggi…  La donzelletta vien… ed anche Cantami o diva del pelide Achille… e, in questi giorni, emerge la stranota La nebbia agli irti colli… caro il mio Carducci!
Anche quest’anno è San Martino, ma non c’è nebbia, il sole sta levandosi e i colli son di legno cippato e nei sentieri non c’è odore aspro ma dolce di resina di pini II e i ceppi non bruciano e al cacciator è vietato l’ingresso, restano le rossastre nubi del tramonto e i miei “esuli pensieri” che qui lascio “migrar”.


Giosuè non me ne volere!

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11/11/2024 - 19:48

AUTORE:
Sofy

Caro Umberto oggi non si ricorda soltanto la leggenda del cavaliere che donò il suo mantello a un povero infreddolito e fu ripagato dal tepore del clima...ma ricorre la "festa dei cornuti o dei becchi"...una mescolanza di sacro e profano...a novembre si facevano le fiere del bestiame, quello con le corna...gli uomini che si recavano a fare acquisti bevevano parecchio e alla fine finivano nei letti delle prostitute tradendo le mogli e quindi le corna passavano dalle bestie alle casalinghe in attesa...
Un'altra leggenda ci dice che che questa festa è legata ai riti pagani del capodanno celtico, che si concludeva l'11 novembre con celebrazioni promiscue e senza freni, e con ricche bevute sorseggiate da corni di bovide...
L'ultima leggenda invece proviene dalla mitologia latino-romana: Marte (di cui Martino è il diminutivo) dio della guerra fu "beccato" in fragrante con Venere, dea della bellezza, da Vulcano, dio del fuoco e marito di lei...i due fedifraghi furono imprigionati per essere mostrati agli dei dell'Olimpo e puniti...invece venne beffeggiato e deriso e probabilmente nacque da lì il detto "cornuto e cazziato!"

10/11/2024 - 19:21

AUTORE:
Loretta

Caro Umberto so di cosa parli perche'ho visto la trasmissione, una delle poche chicche rimaste in Rai, per noi che amiamo la letteratura e la poesia.
Quando Fiorello lanciò la poesia cantandola, noi si prese come un gioco e si ruzzò insieme a quella "birba" che ebbe successo perche' noi conoscevamo benissimo i retroscena...
Ora invece mi preoccupa parecchio l'ignoranza caprina così diffusa a cominciare dai cinquantenni in poi, e dalle trasmissioni indecenti mascherate da svago e divertimento, insulse, banali, ripetitive che non lasciano nemmeno un segno...tanto sono superficiali futili e melense.
A dire il vero anche la "birba" da quando s'è schierato...è precipitato!