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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Anticipo il Santo.

10/11/2024 - 8:42


Giorni fa ho seguito, come al solito, una delle più belle trasmissioni RAI condotta da Zanchini (erede di Augias): “Quante storie” dove si parlava della poesia con un pizzico di nostalgia. Nel bagaglio delle conoscenze scolastiche, tra le tabelline e la fotosintesi clorofilliana, c'è sempre stato qualche verso da imparare a memoria. Ma la poesia sembra ormai essere scomparsa non solo dai programmi scolastici ma anche dalla nostra vita quotidiana. Lo scrittore Paolo Di Paolo e il poeta Valerio Magrelli ripercorrono, dai Sepolcri al Cinque Maggio, dalla Pioggia nel pineto alla Silvia di Leopardi, alcune tra le liriche più celebri della nostra letteratura e spiegano perché è importante avere una memoria collettiva fondata sulla poesia. Di Paolo batte sul dente raccontando che un suo amico pensava che “San Martino” l’avesse scritta Fiorello e non il Carducci!
Chi di noi ”ultra-oltraenni” non ricorda almeno gli incipit delle sudate poesie delle elementari e  medie?
Ei fu siccome immobile… C’è qualcosa di nuovo oggi…  La donzelletta vien… ed anche Cantami o diva del pelide Achille… e, in questi giorni, emerge la stranota La nebbia agli irti colli… caro il mio Carducci!
Anche quest’anno è San Martino, ma non c’è nebbia, il sole sta levandosi e i colli son di legno cippato e nei sentieri non c’è odore aspro ma dolce di resina di pini II e i ceppi non bruciano e al cacciator è vietato l’ingresso, restano le rossastre nubi del tramonto e i miei “esuli pensieri” che qui lascio “migrar”.


Giosuè non me ne volere!

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11/11/2024 - 19:48

AUTORE:
Sofy

Caro Umberto oggi non si ricorda soltanto la leggenda del cavaliere che donò il suo mantello a un povero infreddolito e fu ripagato dal tepore del clima...ma ricorre la "festa dei cornuti o dei becchi"...una mescolanza di sacro e profano...a novembre si facevano le fiere del bestiame, quello con le corna...gli uomini che si recavano a fare acquisti bevevano parecchio e alla fine finivano nei letti delle prostitute tradendo le mogli e quindi le corna passavano dalle bestie alle casalinghe in attesa...
Un'altra leggenda ci dice che che questa festa è legata ai riti pagani del capodanno celtico, che si concludeva l'11 novembre con celebrazioni promiscue e senza freni, e con ricche bevute sorseggiate da corni di bovide...
L'ultima leggenda invece proviene dalla mitologia latino-romana: Marte (di cui Martino è il diminutivo) dio della guerra fu "beccato" in fragrante con Venere, dea della bellezza, da Vulcano, dio del fuoco e marito di lei...i due fedifraghi furono imprigionati per essere mostrati agli dei dell'Olimpo e puniti...invece venne beffeggiato e deriso e probabilmente nacque da lì il detto "cornuto e cazziato!"

10/11/2024 - 19:21

AUTORE:
Loretta

Caro Umberto so di cosa parli perche'ho visto la trasmissione, una delle poche chicche rimaste in Rai, per noi che amiamo la letteratura e la poesia.
Quando Fiorello lanciò la poesia cantandola, noi si prese come un gioco e si ruzzò insieme a quella "birba" che ebbe successo perche' noi conoscevamo benissimo i retroscena...
Ora invece mi preoccupa parecchio l'ignoranza caprina così diffusa a cominciare dai cinquantenni in poi, e dalle trasmissioni indecenti mascherate da svago e divertimento, insulse, banali, ripetitive che non lasciano nemmeno un segno...tanto sono superficiali futili e melense.
A dire il vero anche la "birba" da quando s'è schierato...è precipitato!