Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Giorni fa ho seguito, come al solito, una delle più belle trasmissioni RAI condotta da Zanchini (erede di Augias): “Quante storie” dove si parlava della poesia con un pizzico di nostalgia. Nel bagaglio delle conoscenze scolastiche, tra le tabelline e la fotosintesi clorofilliana, c'è sempre stato qualche verso da imparare a memoria. Ma la poesia sembra ormai essere scomparsa non solo dai programmi scolastici ma anche dalla nostra vita quotidiana. Lo scrittore Paolo Di Paolo e il poeta Valerio Magrelli ripercorrono, dai Sepolcri al Cinque Maggio, dalla Pioggia nel pineto alla Silvia di Leopardi, alcune tra le liriche più celebri della nostra letteratura e spiegano perché è importante avere una memoria collettiva fondata sulla poesia. Di Paolo batte sul dente raccontando che un suo amico pensava che “San Martino” l’avesse scritta Fiorello e non il Carducci!
Chi di noi ”ultra-oltraenni” non ricorda almeno gli incipit delle sudate poesie delle elementari e medie?
Ei fu siccome immobile… C’è qualcosa di nuovo oggi… La donzelletta vien… ed anche Cantami o diva del pelide Achille… e, in questi giorni, emerge la stranota La nebbia agli irti colli… caro il mio Carducci!
Anche quest’anno è San Martino, ma non c’è nebbia, il sole sta levandosi e i colli son di legno cippato e nei sentieri non c’è odore aspro ma dolce di resina di pini II e i ceppi non bruciano e al cacciator è vietato l’ingresso, restano le rossastre nubi del tramonto e i miei “esuli pensieri” che qui lascio “migrar”.
Giosuè non me ne volere!