Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
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Siria, sangue e metafora
In Siria si spara e si muore, troppo sangue viene versato.
Poi, però, la vicenda siriana è una grande metafora. Innanzitutto della condizione umana, caratterizzata dall’imprevisto, dall’inatteso, dall’inopinato.
Tutti a discettare di Palestina (con la tragica appendice libanese) e di Ucraina, ed ecco che fa irruzione nella cronaca di guerra la Siria (tra l’altro, il gruppo libanese filosiriano, ora vicino a Hezbollah, attivo da decenni, dai tempi di Assad padre, si chiama, quasi paradossalmente, Amal, “Speranza”).
Metafora, inoltre, degli intrecci e del groviglio fra geopolitica, gruppi religiosi, etnie, ideologie, interessi inconfessabili. Il gigante turco, membro attivo della Nato, sostiene i cosiddetti ribelli islamisti, che scaturiscono dal più sanguinoso terrorismo sunnita, legato addirittura al terrore che prova a farsi Stato. L’islam sciita, in evidente difficoltà militare, oggi, paladino del vecchio regime. Mosca accoglie Assad, senza esporsi troppo, barattando magari Damasco con Kiev. E ancora: faide, antiche e recenti contese familiari e di clan, prigionieri politici, metodi dispotici e sanguinari. Un frate francescano, giorni addietro, che definiva, da Aleppo, i ribelli come “terroristi civilizzati”, pronto a collaborare.
Israele che torna sulle alture del Golan, al fine di capitalizzare le divisioni altrui. E il popolo curdo che non trova pace, perseguitato e osteggiato da (quasi) tutti, abbandonato, bastonato e tradito politicamente e militarmente.
Ecco, proprio dal grembo del popolo curdo nasce lo slogan Donna, Vita, Libertà.
Tel Aviv faro di democrazia?
A me pare che sia quella triade – assai più che uno slogan, in realtà – a condensare le istanze democratiche. In un contesto così tribal-patriarcale e “fallogocentrico”, è proprio dalla minoranza curda che proviene l’unico grido sensato, vero e proprio sale e lievito per un futuro di pace e di democrazia, non solo a quelle latitudini. Discorsi insensati di potere e di dominio, contese per il petrolio e per il nulla attendono di essere sostituiti dalla ragionevolezza del dialogo e del patto fra diversi. Al di là della stessa diatriba “due popoli, due Stati” versus “due popoli, uno Stato”. Occorre ridestare piuttosto lo spirito federale, il foedus con l’altro e con l’altra, con chi è differente: un patto fra gruppi, generazioni, fedi, generi, disarmando le milizie. È la nostra utopia, che attende di concretizzarsi.
Danilo Di Matteo
Psichiatra e psicoterapeuta con la passione per la politica e la filosofia. Si iscrisse alla Fgci pensando che il Pci fosse già socialdemocratico, rimanendo poi sempre eretico e allineato. Collabora con diversi periodici. Ha scritto “L’esilio della parola”. Il tema del silenzio nel pensiero di André Neher (Mimesis 2020), Psicosi, libertà e pensiero (Manni 2021), Quale faro per la sinistra? La sinistra italiana tra XX e XXI secolo (Guida 2022) e la silloge poetica Nescio. Non so (Helicon 2024) È uno degli autori di Poesia e Filosofia. I domini contesi (a cura di Stefano Iori e Rosa Pierno, Gilgamesh 2021) e di Per un nuovo universalismo. L’apporto della religiosità alla cultura laica (a cura di Andrea Billau, Castelvecchi 2023).