Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.
“Dagli Appennini in mutande”, tratto da “Milza” di Raimondo de’ Micci.
L’autore arriva sulla riva del mare, in una località chiamata “Culo di secchio” e incontra tre bracconieri: Palle chiare, Mezzana e Bassavolino che lo ospitano in una baracca di cannella.
Raimondo è felice come non mai, più degli eroi dei suoi racconti, immerso in quell’Eden che è il luogo e decide di cambiare vita e il suo cognome in “D’amici” in onore dei tre fiumaroli.
Poi cambierà anche il nome al libro e alla località!
Se ci crediate o no, non importa.
Maestre… non me ne vogliate!
Giochiamo un po’!
Bella la Bocca, bella e utile, ma il Culo se non ci fosse sarebbin dolori come racconta la parabola goliardica!