Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.
Che sia un anno di dolci ricordi, quelli che ci sono stati, di pulizia di quelli amari, se ci riusciremo, di amore da dare e amore da ricevere, di condivisione ed elargizione, di forte umanità e di dolce campanilismo, di visioni a colori per la natura e le persone e, più di ogni altra cosa: di PACE!
Torniamo a terra: le opere letterarie e poetiche si ricordano più che altro nelle prime parole, l’incipit, (è latino, cribbio! la nostra lingua e non quel guazzabuglio invadente e stupido di anglicismo), esempio: La nebbia agl’irti colli…, I cipressi che da Bolgheri…, Ei fu siccome immobile…, eccetera, come pure i classici: Nel mezzo del cammin di nostra vita… e anche Cantami o diva del pelide Achille l’ira funesta… ed a questo mi aggancio con i miei ricordi.
«Cantami, o Serchio, dei tuoi figli
l'erculea forza che molti
addusse a potenti spalle e
la gioia poi generose travolse alme d'eroi”.
Molti di questi giovani migliarinesi ci hanno lasciato, ora sono a far la “piramide” altissima e giocare con eteree anime e angeli e bajadere e gheisce e la sabbia non gratta più le poderose spalle e le nuvole son di fine odorosa sabbia generose e son più leggere del loro fiume e il mare è cielo e sono felici perché il loro tempo lo hanno passato in “Bocca di Serchio”.
Aspettatemi e se Pattana è occupato attraverso sul tappeto volante!