Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Mi sono sempre domandato perché se cerchiamo di importare da altri paesi cose belle e buone, non si hanno gli stessi risultati di casa loro.
Un esempio è il banano, poi l’ananas, il magnifico koala, le renne… eccetera, ma quelle dannose sono attratte dal Bel Paese tipo: il granchio blu, il gambero rosso, le cimici arlecchinate e tutta una serie di piccoli insetti.
Primo fra tutti gli “alieni” è il magnifico Ibis sacro che da un po' di tempo attira l’attenzione dei fotografi e dei semplici osservatori (articolo qui già pubblicato il 3 gennaio) e che desta sempre curiosità.
Ornitologi e studiosi si aspettavano l’arrivo in massa del suo scuro fratello, l’Ibis nero e io “credevo” di averlo individuato: stesso habitat, stesso modo di pascolare in branco, stessa forma del corpo, tanto da farmi coniare il nome del titolo, ma mancava un particolare: il ciuffetto sul capo e il becco po’ più ricurvo. E allora chi è questo misterioso sosia dell’ibis?
Chi è?
È il mignattaio (il nome la dice lunga), un nuovo inquilino dei campi umidi e dove se non nella bonifica? Si mescola ai suoi “parenti” con lo stesso modo di mangiare, volare e il suo mantello nero si macchia del bianco del vicino tanto da far apparire un sosia, un ibisbis!