none_o

Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

none_a
AlterEgo Fiere
none_a
Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
none_a
•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Raccontino di Giancarlo Montin
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
di Angela Baldoni
none_a
none_a
Non avrei mai voluto vederti così
Ma è inevitabile
Chiudo gli occhi per non guardare
Ma quella livida rigidità
appare scompare riappare
Io ti .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Sergio Pizzolante
America addio

3/3/2025 - 13:38

America addio

 

Sono cresciuto in un’epoca in cui i Bob Dylan facevano nascere i De Gregori, i Kennedy si sentivano berlinesi, i Reagan riconoscevano i propri errori sul Cile facendo parlare i Craxi al Congresso americano.

Sono cresciuto nell’amore di un popolo e nell’ammirazione di leaders, che sbarcavano in Sicilia per liberarci. Per poi pagare con i loro soldi la nostra rinascita e la resistenza verso i lupi al di là di Yalta, che costruivano tane al di qua.

Ho vissuto Woodstock, che liberava le donne e la musica e l’amore. Cioè, la civiltà.

Ho messo troppo tempo a capire, dopo l’orrore della riconsegna delle donne afghane ai talebani, che l’America non c’è più. La rottura è lì. Inizia da lì. Da lì i nuovi e i vecchi lupi sono usciti dalle tane per invadere il mondo.

Alla caccia di territori e terre rare, certo.Ma di più, molto di più.Da lì hanno capito che la democrazia non è esportabile ma l’orrore della dittatura si.

Da lì hanno capito che le civiltà occidentali si sarebbero arrese. Facilmente. Perché pavide o perché in affari. Con loro. E hanno iniziato a costruire nuove tane e cunicoli e tunnel anche con i nuovi mezzi che gli occidentali mettevano loro a disposizione: le nuove tecnologie delle comunicazioni. Pagando per la sottomissione e non più per la libertà.

L’Ucraina non è solo conquista di terre e terre rare. È lo snodo del nuovo paradigma. Vuol essere la prova che il nuovo vento è inarrestabile.Fatto di lupi e mercanti. Se gli occidentali, dopo l’Afghanistan, scappano anche da Kiev e’ fatta. Questo è il fatto nuovo.L’Europa, meglio dire, i paesi europei, quasi tutti, pur con i mille difetti, sono, in parte, ma buona, dentro il discorso antico, cioè, stati, istituzioni, parlamenti, scuole, università, partiti, giornali,corpi intermedi, abitudini, riti, convinzioni. Democrazie stanche. Ma democrazie. I lupi e i mercanti li, ci, considerano scorie. Da spazzare via.

Con le armi, fisiche e/o tecnologiche e con i commerci.Comprando e vendendo.E invadendoci la mente di racconti falsi. Che la tecnologia senza regole rende facile. I lupi, da Wall Street, si sentono adesso più pechinesi o moscoviti, che berlinesi. Se cade Kiev noi non rimarremo in piedi.Il punto è questo.Io in questo momento mi sento ucraino. E Zelensky è il mio eroe.

Mi sento inglese e vorrei Starmer fra i miei leaders.

Mi sento francese e ringrazio Macron per aver smentito, davanti al mondo, il lupo travestito da pagliaccio.

Mi sento italiano per l’Italia che sta con Kiev e non mi importa nulla se di sinistra o di destra.

Nulla.

Mi sento ancor più berlinese se vincono i Cristiano Democratici che fermano gli amici dei lupi.

Ecco, la salvezza, per me, sta nel fondere tutto questo. In una nazione europea.

Sono sovranista. Europeo. America addio. Adesso. Per ritrovarla poi. Speriamo.

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

3/3/2025 - 23:45

AUTORE:
Tommaso

C'ha messo un po' a capire, ammesso che lo abbia fatto, come sono gli " americani ", ma ancora non mi convince. Sono quelli che hanno pagato il piano Marshall ma che hanno rivoluto tutto indietro. Se non in moneta sonante almeno in territori: le basi di Camp Darby, di Napoli e Vicenza, passando per Aviano e la vecchia Sigonella sono lì a ricordarcelo. E questo solo in Italia, pensi alla Germania. L'America che cantava Dylan è quella che praticava l' apartheid negli stati del sud, che divideva i suoi cittadini in bianchi e neri. È quella del sen. McCarthy che vedeva comunisti in chiunque parlasse di libertà e diritti civili. È L'America che invade il Vietnam prima e l' Afghanistan e l'Iraq dopo, per poi fuggirne sconfitta. È L'America che si fa i suoi interessi, sempre, repubblicana o democratica non fa differenza. Il motto " american first " c'è sempre stato. E l'Europa, o almeno parte di essa, si è sempre accodata, con inglesi e francesi in prima fila, anche se oggi vogliono sembrare in dissenso. Peccato che prima siano passati da casa Trump a prendere istruzioni. Vedrà che alla prima occasione ci rimetteremo in riga.