Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
La gente scende in piazza per l’Ucraina.
Non capita tutti i giorni di vedere in diretta tv il coraggioso leader di un paese che da tre anni vive sotto le bombe mentre viene tradito dai suoi alleati, quando gli viene richiesto di acconsentire al furto delle proprie risorse nazionali, e viene delegittimato con le falsità più grottesche, biasimato addirittura per il proprio abbigliamento.
Uno spettacolo osceno che forse ha emozionato gli uomini liberi che crediamo di essere.
E, tuttavia, cosa succederà quando quegli stessi uomini saranno chiamati a finanziare l’esercito europeo che dovrebbe supplire al voltafaccia trumpiano? Quando cioè saranno chiamati a metter mano al portafoglio?
Gli indizi sono infausti. Già ora si moltiplicano i partiti che intendono fare incetta di voti nelle praterie elettorali presumibilmente ostili a caricarsi sulle spalle il costo del riarmo. Che pregustano come avvoltoi il momento in cui verranno quantificati i sacrifici. Quando potranno gridare allo scandalo di preferire i cannoni alla sanità.
Sono i soliti noti. Dal pacifista della domenica Giuseppe Conte al criptoputiniano Matteo Salvini. Spaccano le rispettive coalizioni e il governo, impediscono una politica estera coerente, danno l’immagine di un paese lacerato e inaffidabile.
Perfino la filoucraina Elly Schlein ha voluto chiarire (con somma ipocrisia) di essere favorevole all’esercito europeo solo se gli impegni militari non toccheranno la spesa sociale.
Nel 1939, di fronte a Hitler, ci fu chi rifiutò di difendere la Polonia, di “morire per Danzica”. Oggi i nostri piccoli demagoghi di destra e di sinistra rifiutano di difendere l’Ucraina da Putin (e da Trump). Rifiutano di sborsare un po’ di euro per Kiev.
Come è spesso capitato, in nome della pace si compiono le peggiori infamie.