Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Buo na Pa squa.
Le sillabe sono 4, i rondinotti 5 e gli auguri migliaia di migliaia!
A me non piace che l’agnello sia il simbolo di questa festa, chiamiamola così, un innocente sacrificato per un tornaconto! Già dall’antichità l'agnello pasquale è un simbolo ricco di significato, che collega le storie dell'Antico e del Nuovo Testamento. Mosè lo faceva uccidere per bagnare con il suo sangue le porte delle case dove vivevano prima della sua fuga in Egitto, poi nella tradizione cristiana incarnò il sacrificio redentivo di Gesù Cristo ed ora rimane un elemento centrale delle celebrazioni liturgiche e culturali che circondano la Pasqua rimanendo fortunatamente sotto forma di pane e vino consacrati, che simboleggiano il corpo e il sangue di Cristo risorto offerti ai fedeli.
Nella tradizione culinaria associata all'agnello pasquale persiste in molte culture cristiane mangiare l'agnello pasquale come pasto festivo per ricordare la dimensione sacrificale e redentiva di questo simbolo, celebrando al contempo la vittoria di Cristo sulla morte.
Non pensate che sia blasfemo, ma per salvarsi l’anima, non il corpo che quello ha un’altra strada, c’è (c’era) proprio bisogno di sgozzare un agnello?
Io avrei preso la rondine, simbolo di unione fra Terra e Cielo che, guarda caso, si presenta in questo tempo religioso e no e neanche la colomba, l’altro simbolo pasquale, quella non annuncia niente di nuovo, c’è sempre!
Cara “colomba della Pace”, povera bestiola, hai perso quel titolo nel mondo, sia cattolico o meno, resta almeno per la cristianità!
Quelli che ti uccidono nel simbolo non sono “cristiani” nel senso della parola che veniva usata per indicare una persona civile (mangia da cristiano dicevano le mamme ai figli che si sbrodolavano), sono barbari.
Rondinotti miei, non importa se non avete ramoscelli di ulivo in bocca, voi aspettate i genitori per crescere, noi aspettiamo la fine della barbarie di queste inutili guerre.
Buona Pasqua di Resurrezione, quella della coscienza!