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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvivico silenzio
È il primo maggio, uno slpendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Umberto Mosso
IL PD AL TEMPO DEGLI “UNTORELLI”

1/5/2025 - 12:07


IL PD AL TEMPO DEGLI “UNTORELLI”


Del soma e del recupero estetico di Shlein non mi interesso. Li lascio alle polemiche speculari degli imbecilli dei due fronti, ai quali piace sguazzare nelle due dita d’acqua stagnante dello spirito dei tempi che entrambi condividono.
Ma quando sento Shlein e la vedo gesticolare mimando il nulla che dice, mi ritornano in mente certe immagini del passato. Specie quelle di cortei vocianti, ragazzi dalle intelligenze dissipate, che cantavano “in galera si va così, con l’accordo Pci – Dc.”. E i padroni del vapore, contenti di quei “servizi”, si sfregavano le mani. Poi ci pensarono le BR a rendere impossibile quella svolta.
Mi spiego meglio.
Ad un certo punto, dalla metà degli anni ’70, non fu facilissimo essere consapevolmente del Pci, cioè comunisti “italiani”. Ma non, come sostiene una vulgata ignorante, per il peso dell’eredità filosovietica, che per la nuova generazione di comunisti italiani era morta e sepolta almeno dal ‘68 con la netta, istantanea condanna dell’invasione di Praga.
Ma per la difficoltà a far capire a certi vecchi compagni, sempre più minoritari, ma insidiosi, quanto fosse giusta la linea innovatrice di Berlinguer.
Ricordo, solo per fare un esempio, l’opposizione interna e frontale di Armando Cossutta, che sollecitava nostalgie del “solito” passato migliore e che continuava a guardare a Mosca, creando inquietudini e malumori.
Urss che, oltre ad attentare alla vita di Berlinguer, finanziò la riapertura di Paese Sera per fomentare una opinione interna al Pci, che fosse “più di sinistra” e rifiutasse di condividere affermazioni come quelle dell’esaurimento della spinta propulsiva della rivoluzione d’ottobre, della maggiore sicurezza dell’Italia sotto l’ombrello della Nato, fino al riconoscimento della democrazia come valore universale ed elemento imprescindibile del socialismo.
Non scrivo questo da vecchio nostalgico. Non ho alcuna nostalgia, né generale, né politica.
Lo scrivo perché oggi i critici superficiali del PD di Shlein assimilano il tratto comportamentale della segretaria, perché di linea politica non si può parlare dato che non c’è, a una ventata di ritorno a qualcosa di simile al vecchio Pci.
Alimentando, in questo modo, un equivoco che affascina una parte consistente del popolo malconcio di sinistra, in cerca di antichi rimedi alle sue ferite. Una specie di ricetta di nonna Elly.
In realtà Shlein, come comprensibile per l’anagrafe, ma anche per la debolezza di pensiero e cultura politica, non ha nulla a che vedere con la tradizione dei comunisti italiani e con la loro storia, soprattutto quella degli ultimi venti anni della vita del Pci.
Invece sono convinto che Shlein, come tutta la colonna “più di sinistra” che si è tirata dietro colonizzando il PD, sarebbe stata tra i principali oppositori di Berlinguer, cioè della stragrande maggioranza del Pci.
E se ne fosse stata fuori avrebbe fatto parte dell’ala parolaia degli extraparlamentari di allora, che contestavano il Pci, revisionista, imborghesito e consociativo. Quelli che Berlinguer chiamava “untorelli”.
Non ho fondato il PD per ritrovarmi governato dagli untorelli. Quindi nessuna nostalgia.










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