Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
In una sezione che si vanta di essere quella di “Gente e Paesi” niente di meglio che parlare di “gente” (ma a volte è meglio di no dato che a volte-spesso ci sono differenze di opinioni) e di “paesi” che quelli cambiano qualche nome alle strade ma in fondo in fondo le case sono sempre quelle più o meno dei tuoi antenati.
Ho ritrovato un piccolo libricino (doppia aggettivazione): “Il mio paese” scritto dall’indimenticato M.° Elio Paolini, insegnante nelle scuole di Vecchiano, dove dà accenni alle frazioni comunali, edito nel 1952.
Sono passati tanti anni e qualche cosa (?) è cambiata, scuole viabilità lavoro, ma non certo l’attaccamento al tuo “paese”.
Paolini annovera anche una frazione in più, “Malaventre”, alludendo alla parte di “Migliarino” che guarda Vecchiano e i monti, non quella di là dall’Aurelia che guarda il mare. A proposito di questa vecchia toponomastica il maestro fa attribuire il nome ad una malattia al ventre che nei tempi antichi prese tutta la popolazione e che fu fatta scomparire dopo preghiere a un Santo. Fa comodo anche la religione, ma “mala” non voleva dire “malattia” e “ventre” non significava “pancia”, era la “cattiva” (mala) “aria” (vento) la “malaria”, una terribile malattia trasmessa dalle punture delle zanzare, poi debellata con le opere di bonifica.
Ad ogni frazione segue una breve storia delle particolarità delle costruzioni e degli usi, ma significativa è l’attenzione che l’autore pone sul lavoro principale.
Vecchiano: sui monti vigneti e oliveti, nel piano cereali, ortaggi e prati. La risorsa principale della popolazione è l’agricoltura a cultura estensiva, specialmente spinaci e cavoli esportati in grande quantità e anche frutta e pomodori tanto che nel periodo della produzione si svolge ogni giorno un mercato locale. Una volta vi era emigrazione.
Filettole: prodotti principali sono i cereali, frutta, vino e olio. Esiste anche una fabbrica di liquori Barma.
Avane: molto coltivato è l’olivo che produce un olio pregiato detto “olio di Lucca”, come pregiati sono i vini di questa località insieme alla frutta, specialmente pesche che danno modo ad un piccolo mercato giornaliero. Importante è il pastificio Gentili e la “distilleria Barsanti” che produce ottimi liquori tra cui il famoso “Auser”.
Nodica: dei suoi 1200 abitanti la stragrande maggioranza sono contadini anch’essi produttori di cereali a coltivazione estensiva, ortaggi, frutta e vino.
Malaventre, il vecchio nome di Migliarino: la popolazione è dedita all’agricoltura con la solita serie di cereali-vite-ortaggi e frutta ed anche al commercio con la sua stazione ferroviaria che da la possibilità di esportare anche all’estero spinaci, cavoli, carciofi, frutta e tonnellate di barbabietole da zucchero e i pregiati pinoli della grande tenuta Salviati.
Esisteva prima della guerra un grande mercato ortofrutticolo che richiamava molti commercianti da varie località dell’Italia centro-settentrionale per caricare decine di quintali di carciofi ritenuti i migliori della Toscana, coltivazione inspiegabilmente scomparsa.
La foto è di una cartolina della mia collezione, viaggiata da Migliarino l’11 agosto 1942 , Ediz. Baroncini Oreste con 30 cent. V. Emanuele III°