Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Quel NO che oggi pesa: se nel 2016 la sinistra avesse votato SÌ, oggi avrebbe il quorum per i referendum
Nel 2016, una parte della sinistra – quella "pura", "radicale", "movimentista" – ha fatto campagna per il NO alla riforma costituzionale Renzi-Boschi, spesso più per odio politico che per merito del contenuto. Eppure, proprio quella riforma avrebbe facilitato uno degli strumenti più cari alla sinistra stessa: il referendum abrogativo.
Cosa prevedeva?
Che se almeno 800.000 cittadini avessero proposto un referendum, il quorum si sarebbe abbassato: non più la maggioranza degli aventi diritto al voto, ma la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche.
Un’innovazione che oggi renderebbe possibile far passare i referendum, anche su temi sociali, diritti civili, ambiente, lavoro.
E invece no. Perché nel 2016 quella sinistra scelse di abbattere Renzi, anche se questo significava bloccare una riforma che avrebbe dato loro più potere di voce diretta.
Risultato? Oggi si promuovono referendum su salario minimo, sanità pubblica, giustizia sociale... ma il quorum resta irraggiungibile.
Una battaglia persa da chi pensava di vincere votando contro "la persona", e non valutando i contenuti.
La verità è semplice: chi nel 2016 ha detto NO per pregiudizio, oggi si trova a combattere una battaglia con le armi spuntate.
E dovrebbe, almeno per onestà intellettuale, riconoscere l’errore.