Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Ultima pubblicazione degli scritti che sono arrivati sulla maternità.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
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Meno male che Sergio c’è Mattarella riempie il vuoto lasciato da Meloni e Schlein sulla scena europea
Con una maggioranza ambigua e un’opposizione silente, il presidente della Repubblica riafferma la credibilità dell’Italia in Europa e mette in guardia dal rischio di un avanzamento russo
Sergio Mattarella dà lezioni alle due leader italiane, Giorgia Meloni ed Elly Schlein, sperando che abbiano ascoltato il messaggio che il presidente della Repubblica ha inviato da Bruxelles, durante una visita più importante di quanto, forse, potrà apparire ai politici di professione. Naturalmente, sono parole misurate, ma chiare: «Se l’Unione europea sarà assente o inefficace in questi scacchieri internazionali – ha detto il Capo dello Stato, riferendosi ai conflitti in atto – altri attori prenderanno il sopravvento in queste aree del mondo, come stanno palesemente cercando di fare, sostituendosi all’Europa, non adeguatamente presente, nei suoi rapporti storici con altri continenti».
Se l’Europa non c’è, arriveranno, dunque, «altri attori», certamente con intenzioni non pacifiche e intenti democratici: l’allusione alla Russia è chiara. E forse non solo alla Russia, giacché non abbiamo ancora visto tutte le conseguenze che l’antieuropeismo di Donald Trump può recare. In ogni caso, resta fermo che l’Europa si sta giocando tutto «in un momento così complicato», in una fase dominata da «perturbazioni»: e l’Italia – è il sottotesto – non può avere tentennamenti.
È da dedurre che, al Colle, non sia stata apprezzata la serie impressionante di assenze e passi falsi della presidente del Consiglio, in momenti importantissimi per avvicinare l’ipotesi di una tregua tra Russia e Ucraina, mentre avanza anche il grande tema di una scelta netta del nostro governo sulla carneficina di Gaza.
Ancora una volta, è il Capo dello Stato a dover, in qualche modo, rassicurare Bruxelles (ha avuto incontri anche con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, e ha partecipato alla riunione del collegio dei commissari, incentrata sul rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea e quello di Enrico Letta sul mercato unico) sull’impegno, senza ambiguità, dell’Italia, facendosi, di fatto, garante del rispetto degli impegni: «L’Italia e il suo Governo è pronta a lavorare con responsabilità e concretezza a fianco delle Istituzioni europee».
Mattarella non si è spinto su questo terreno in termini esplicitamente domestici, s’intende, eppure non si sfugge all’impressione che abbia sentito l’urgenza politica di colmare un vuoto tra Roma e Bruxelles, e che pensasse al governo, e soprattutto all’opposizione, quando ha toccato il tema della difesa: «Oggi, accanto a sensibilità sempre preminenti nei popoli europei, dalla prosperità economica allo stato di diritto, dalla difesa dell’ambiente all’aspirazione di una società equa, ben istruita e coesa, dalla regolarizzazione dei fenomeni migratori a sistemi di welfare efficienti, acquisisce, come ben sappiamo, rilievo crescente la dimensione della sicurezza rispetto a possibili minacce esterne».
È, in sostanza, il seguito del famoso «nessun dorma» che Mattarella aveva scandito il quattordici maggio a Coimbra, in Portogallo. E, infatti, ieri, davanti al presidente italiano, Ursula von der Leyen ha proprio ripreso quella espressione della Turandot: «Abbiamo sentito la sua richiesta e oggi discuteremo come possiamo rispondere».
Ma non è tanto la presidente della Commissione europea a dover rispondere, quanto coloro che sono contrari al Piano di riarmo, magari più per ragioni ideologiche o elettoralistiche che di sostanza. A Giorgia Meloni, per un verso, e a Elly Schlein, per un altro, saranno fischiate le orecchie.