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- Contro-osservazioni della Consigliera Elisabetta Mazzarri (Lista Boggi Sindaco) alla risposta istituzionale sull’interrogazione relativa alla gestione del reticolo idrico nel Comune di San Giuliano Terme: "A pagare come al solito saranno i poveri cittadini"
SAN GIULIANO TERME 31 MAGGIO 2025 - "Nei giorni scorsi ho ricevuto da parte dell'amministrazione comunale le risposte alla mia interrogazione sul reticolo idrico comunale. Queste osservazioni sono frutto del lavoro di un professionista altamente specializzato e si basano su un parere tecnico approfondito che qui riporto fedelmente e cui mi attengo scrupolosamente. La risposta ufficiale è arrivata dopo quasi duecento giorni, nonostante la legge stabilisca un termine massimo di 30 giorni per fornire riscontro alle interrogazioni dei Consiglieri. Tale ritardo mi ha costretta ad una mia formale sollecitazione al Prefetto di Pisa, a dimostrazione della grave disattenzione istituzionale nei confronti delle richieste legittime avanzate dai rappresentanti dei cittadini, continua Mazzarri . Andiamo per ordine sulla falsariga della risposta ottenuta.. A “livello comunale” la manutenzione ordinaria e straordinaria per il reticolo idrico minore in sostanza consiste nella pulizia e decespugliamento dei fossi, effettuata a “livello privato” dai frontisti nel rispetto dell’Ordinanza 356/24, mentre il Comune o chi per esso si presume provveda per i canali. Di solito gli sfalci non vengono raccolti, figuriamoci se avviene la rimozione dei sedimenti e dei materiali che ostruiscono il deflusso delle acque fino a ritrovare il naturale piano di scorrimento, specie per i canali. Comunque, se l’Amministrazione ha adottato specifiche misure che garantiscono un monitoraggio costante del corretto funzionamento delle strutture di regimazione idraulica esistenti e interventi tempestivi per la manutenzione del reticolo idrico, renda pubblici i rispettivi dati con cadenza periodica. Stessa cosa a “livello regionale” dovrebbe fare la Regione Toscana attraverso i propri uffici del Genio Civile e gli enti preposti come il Consorzio di Bonifica , cioè di chi gestisce la manutenzione del reticolo idrico principale (fiumi, grandi canali), anche nell’ottica della prevenzione di eventi di alluvioni e dissesti”. Ad oggi - continua Mazzarri -i recenti disastri accaduti in Toscana e altrove dimostrano che alle parole non corrispondono i fatti. A cosa sono servite competenze programmatorie esercitate tramite vari piani, in ultimo quelle del Comune che, per propria competenza, nel momento in cui redige strumenti di programmazione territoriale o urbanistica compie degli studi geologici, idrogeologici ed idraulici che sono pubblicati come quadro conoscitivo; in che termini se e lecito sapere? Sulle aree a maggiore rischio di allagamenti e dissesti il monitoraggio è previsto e disciplinato nei piani di protezione civile per la gestione in emergenza mentre per quella ordinaria delle segnalazioni e l’eventuale inoltro agli organi competenti, attuando il principio di sussidiarietà, garantisce un livello di attenzione adeguato e proporzionato alle risorse disponibili, tanto che la frequenza dei controlli su tali aree è comunque commisurata all’intensità dell’evento e alle risorse attivabili in conseguenza; come dire “scappati i buoi si chiude la stalla”! Fermo restando l’annoso problema degli scarichi abusivi che si riversano nelle fosse e fogne di raccolta delle acque miste, non sembra che l’Amministrazione Comunale sia consapevole delle difficoltà dei cittadini che da decenni garantiscono a costi elevati lo spurgo delle fosse settiche o impianti di depurazione di loro competenza, causa l’incompletezza del sistema fognario nero. Ne derivano due conseguenze: la prima è che questi cittadini sono relegati a una condizione sociale inferiore rispetto a coloro che hanno avuto il beneficio di scaricare nella fognatura nera, la seconda è che i liquami seppure “depurati” vanno a defluire nelle fosse e fognature di raccolta delle acque bianche, di fatto procurando la mancata manutenzione delle stesse da parte di coloro che non ritengono di mettere mano laddove confluiscono gli scarichi di altri, così da andare incontro anche a sanzione per il mancato rispetti della rispettiva Ordinanza.
Di conseguenza, è ovvio quanto siano improcrastinabili le opere per il completamento della fognatura nera e il potenziamento dei depuratori, in maniera che tutte le frazioni del Comune siano dotate di questi servizi, tanto che tutti i cittadini possano usufruirne in modo paritario. Ad oggi l’Amministrazione ha previsto due interventi sulla rete fognaria nera nelle frazioni di Sant’Andrea in Pescaiola e Arena Metato, solo che sorge spontanea una domanda: il depuratore presumo di S. Iacopo ha capacità idonea o va potenziato? Delle due l’una, anche perché in passato questa condizione ha sempre determinato l’impossibilita di ampliare la rete della fognatura nera in quelle zone. Non si può riferire che la competenza esclusiva sul SII (servizio idrico integrato) è della AIT (autorità idrica toscana), tramite il Gestore da questa contrattualizzato (Acque s.p.a.) e demandare agli interessati di accedere ad ogni informazione contattando gli enti preposti in tal senso, alla tutela della risorsa idrica. L’Amministrazione deve rendersi interprete di quanto sopra e dare risposte certe e puntuali in merito.
Comunque sia, restano fuori altre frazioni tra cui quelle del Lungomonte: Ripafratta, Pugnano, Colognole, Patrignone, Molina di Quosa, Rigoli, di conseguenza cosa vogliamo dire ai cittadini ivi residenti che attendono da decenni? Circa il quesito relativo alla emanazione di provvedimenti regolamentari che chiariscono in modo vincolante ruoli, responsabilità e modalità di manutenzione del reticolo idrico, per quanto sopra sostenuto e richiesto, è molto riduttivo fare riferimento all’Ordinanza Dirigenziale n.356 del 25/11/2024, vincolante soltanto per i cittadini. Alla stessa, in data 29/11/2025 ho promosso un’interrogazione specifica a seguito della quale dopo circa 200 giorni ho ricevuto la risposta di cui trattasi nella presente, anche conseguente a una mia richiesta in merito rivolta al Prefetto di Pisa. Sono altri gli aspetti e interventi da considerare e realizzare nei prossimi 4 anni di legislatura per i quali mi renderò interprete costantemente nel rispetto del mio ruolo di Consigliera di Minoranza.
In ultimo, egregi Assessori, non date risposte neppure ai quesiti posti circa la manutenzione e messa in sicurezza idraulica del territorio comunale, tra cui la realizzazione di opere strutturali come casse di espansione o bacini di contenimento per prevenire danni in caso di eventi meteorologici estremi.
Già, tanto nel caso di esondazioni sia del reticolo minore che di quello principale, la competenza programmatoria è Statale in capo alle Autorità di ambito per i Bacini, già nel territorio se ne contavano due (Arno e Serchio), oggi riunificati nell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale che le esercita tramite vari piani i cui principali sono il PGA (piano gestione delle acque, il PGRA (piano di gestione rischio alluvioni, il PGRF (piano di gestione rischio frana). Poi, a cascata la prevenzione dei dissesti idrogeologici coinvolge tutti gli altri organi istituzionali. Come di solito, nel caso di eventi estremi la colpa non sarà di nessuno solo del “cambiamento climatico“ e i danni notevoli a beni e persone saranno ancora a carico dei poveri cittadini", conclude Mazzarri.