Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Concludiamo con questo.. gli articoli da pubblicare per il 2 giugno 2025. RSD.
"La redazione di Spazio Donna non si limita a proporre la lettura degli articoli della Costituzione, ma ci invita a esprimere la nostra opinione. È quasi un richiamo a riflettere, a interrogarci sulla nostra consapevolezza e responsabilità in relazione a una data che segna la nascita della nostra nazione, l’Italia. Così mi sono sentita chiamata in causa, ed ecco ciò che penso."
Articolo 1 – “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” Sì, ma quale lavoro? E di chi? Quando è stata scritta la Costituzione, il lavoro delle donne non era nemmeno nominato. Il lavoro domestico, il lavoro di cura, l’educazione dei figli — tutto cancellato.
Fondata sul lavoro… ma quello delle donne vale? Viene pagato Viene tutelato? Io non l’ho mai vista, questa Repubblica fondata anche sul mio lavoro.
Propongo di aggiungere una frase chiara: “La Repubblica riconosce ogni forma di lavoro, retribuito e non, visibile e invisibile, come fondamento della dignità umana e dell’uguaglianza.
” Senza questa estensione, continuiamo a vivere in una democrazia dimezzata.
Articolo 2 – “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…” Ecco. “Dell’uomo”. È il 1948, lo capisco.
Ma è il 2025: quando smetteremo di nasconderci dietro le parole neutre che neutre non sono? Io voglio una Costituzione che nomini anche le donne, che dica chiaramente “dei cittadini e delle cittadine”, che includa, non sottintenda.
Perché i diritti si costruiscono anche attraverso le parole. E quando il linguaggio esclude, anche la realtà esclude.
Poi c’è l’altra parte dell’articolo: “i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” Le donne li vivono ogni giorno sulla propria pelle.
Ma siamo sicure che questa solidarietà non sia diventata un dovere solo per alcune? Chi si prende cura dei genitori anziani? Chi fa volontariato nelle scuole? Chi regge il welfare quando lo Stato si ritira? Le donne. Sempre le donne. Allora diciamolo chiaramente: solidarietà sì, ma condivisa, equa, consapevole. Non una trappola morale in cui continuare a sacrificarsi.
La mia proposta per l’articolo 2?
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili delle persone, donne e uomini, in tutte le formazioni sociali ove si svolge la loro personalità, e promuove una solidarietà equa, condivisa, che non gravi solo su una parte della popolazione.”
Se vogliamo celebrare davvero la Costituzione, cominciamo a rileggerla con occhi critici, liberi, femminili.
Non basta dire che “vale per tutti”. Va riscritta perché valga davvero per tutte.
Giovanna Loccatelli