Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Schlein, Conte e Fratoianni dovranno evitare di arrivare in piazza San Giovanni con una parata anti-israeliana e magari antisemita, e sperare in un miracolo alle consultazioni dell’8 e del 9 giugno.
Se dovessero andar male entrambi gli appuntamenti il tripartito Pd-M5s-Avs ne uscirebbe molto indebolito..
Il no di Hamas alla tregua proposta dagli Stati Uniti e accettata dal governo di Israele, prolungherà l’agonia di Gaza e costerà la vita a molti palestinesi. È l’ultima conferma che i primi nemici dei palestinesi sono i terroristi di Hamas. Il che non solleva minimamente Benjamin Netanyahu dalle sue tremende colpe.
Ma, diciamo così, l’ultima sciagurata scelta dei tagliagole del 7 ottobre è un fatto nuovo che dovrebbe pesare sulla manifestazione per Gaza di sabato prossimo.
In parole povere, sarebbe auspicabile che i triumviri della sinistra e i loro collaboratori aggiornassero la piattaforma (che peraltro non esiste perché fa riferimento alla mozione parlamentare di molte settimane fa) e le parole d’ordine del corteo che finirà a piazza San Giovanni, nel senso di accompagnare ai consueti slogan contro il governo di Israele (speriamo solo il governo e non il popolo israeliano tout court) efficaci condanne, anche da parte degli oratori dal palco, dei terroristi che vogliono prolungare la guerra.
È un auspicio, ma non è detto che ciò avverrà.
Lo spirito della manifestazione del 7 giugno è, non senza ragioni, molto sbilanciato contro Israele. Si teme che in questo clima generale avranno gioco facile i toni duri e forse anche le incursioni di antisionisti ai limiti dell’antisemitismo – e forse oltre quei limiti. Speriamo che i pro-Pal non creino incidenti e non infiammino la piazza, proprio materialmente dando fuoco alle bandiere israeliane, e che vengano isolati e espulsi dai manifestanti democratici. Da tutto ciò è al riparo l’iniziativa milanese del 6 perché è nata con un’impostazione più equilibrata, facendo un buon servizio alla causa generale per la pace.
Se la sinistra di Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni non sarà stata capace di evitare una parata anti-israeliana e se, anche involontariamente, avrà fornito il destro ai violenti con toni non lontani da chi nega il diritto di Israele a esistere, si sarà assunta una gravissima responsabilità. E dovrà assumersela tutta. E questo proprio nei giorni in cui dovrà assumersene un’altra, molto meno grave ma politicamente importante, quella della sconfitta del referendum. Si potranno fare tutti i (penosi) giochini sul fatto di aver portato ai seggi più elettori di quelli della destra e ripetere simili amenità: ma questo varrà per i tifosi della curva Sud.
Un referendum non è un sondaggio o un’analisi demoscopica, un referendum è un referendum: se raggiungi il quorum hai vinto, se non lo raggiungi hai perso. Quello della prossima settimana dunque sarà un weekend di fuoco per il tripartito Pd-M5s-Avs: può uscirne indenne o bruciacchiato. Ma anche seriamente ustionato.