Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Occidentali prigionieri: La chiusura mentale impenetrabile di quelli che ripetono le idiozie della propaganda russa.
Tanti illustrissimi intellettuali parlano con le parole di Putin, con quelle di Lavrov e gli altri criminali di Mosca, attribuendo alle vittime la colpa della guerra.
Servirebbero dei programmi di sostegno per tutti loro.
L’invasione russa dell’Ucraina, mirata a impedire l’avvicinamento del Paese all’Unione europea ( e il suo eventuale ingresso nella Nato), è la guerra ibrida condotta dal regime di Putin contro l’Europa, e cominciata diversi anni prima. Nazioni che si erano sempre considerate occidentali, perché lo erano: storicamente e culturalmente – ma che all’indomani della Seconda guerra mondiale si erano risvegliate d’un tratto a Est.. Eppure le rivolte popolari più accese sono scoppiate in quei paesi e con una tale partecipazione popolare, da richiedere l’intervento dei carri armati sovietici, senza i quali quei regimi sarebbero crollati nel giro di pochi giorni. È la storia della ribellione ungherese del 1956, della primavera di Praga del 1968, delle rivolte polacche del 1956, 1968, 1970, prima ancora delle battaglie di Solidarność negli anni Ottanta. C'è stata in pratica la rimozione di quella tragedia.
Sentendo i commenti sulla guerra in Ucraina, si dimostra che non è esistito solo un Occidente prigioniero dei carri armati sovietici, ma che esistono ancora oggi, a più di trent’anni dalla fine del comunismo, milioni di occidentali prigionieri delle stesse gabbie mentali, degli stessi riflessi condizionati, che caratterizzavano allora tanta parte dell’opinione pubblica. Milioni di persone oggi vittime, mi si perdoni il termine, di una vera e propria dissonanza cognitiva.
Forse l’istinto che ci porta a giustificare le nostre scelte passate, contro tutte le prove contrarie, pur di allontanare il senso di colpa o di vergogna che deriverebbe dal constatare la portata dei nostri errori, evidentemente, è più forte di ogni logica e di qualsiasi competenza, si fa beffe dell’intelligenza e della cultura, come si vede dal modo in cui tanti illustrissimi intellettuali in questi anni si sono ridotti a ripetere le più degradanti idiozie della propaganda putiniana, attribuendo alle vittime e a chi cercava di aiutarle la responsabilità della guerra, per la loro ostinazione nel volersi difendere.