Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
"Perché? Perché la Russia non si può battere, sta vincendo, continua a mangiare territorio ucraino e tutta un’altra serie di argomenti di orgogliosa propaganda putiniana. Non un cenno all’economia russa con segnali di collasso imminente e al fatto che questa guerra per Mosca è ormai insostenibile sia sul piano finanziario che militare, viste le perdite immani di uomini e mezzi ed il crollo della crescita, l’unico dato positivo che poteva vantare il Cremlino, rispetto ad una situazione che ricorda in modo incredibile quella che precedette il crollo dell’URSS."
Il funereo editoriale di stamattina di Marco Travaglio è in tono ovviamente dimesso, in rispetto del lutto per i 41 aerei dell’invincibile armata fatti fuori da dei droni giocattolo. Ma offre come sempre spunti imperdibili.
Innanzitutto riconosce che questa azione non è terrorismo ucraino (Deo gratias!), ma di contro definisce tale, ad esempio, la distruzione del Nord Stream e l’assassinio di propagandisti “ritenuti filorussi”, infilandoci persino il giornalista italiano Andrea Rocchelli, morto 11 anni fa. Per chiarezza, come anche i sassi sanno, sul Nord Stream non ci sono prove di alcunché e le possibili piste sono innumerevoli (incluso l’autosabotaggio). Quanto agli omicidi vale la pena ricordare che personaggi come - per citarne uno - Illja Kyva, eliminato dal SBU non era semplicemente “ritenuto filorusso”, ma un collaborazionista dichiarato che aveva favorito l’invasione e invocato l’utilizzo dell’atomica contro il suo stesso paese. Andrea Rocchelli, infine, come è emerso in tutte le sedi, inclusa la sentenza che ha assolto l’ucraino Vitaliy Markiv, si presentò in una zona di guerra su un mezzo senza nemmeno la scritta PRESS e finì nel fuoco incrociato.
Come sempre, quindi, menzogne e manipolazioni tipiche di un giornale che si sente tribunale speciale, che emette sentenze proprie e in modo del tutto autoreferenziale le prende per vere.
Nessuno, ovviamente, tra gli atti di terrorismo, si aspetti di sentire menzionati da Travaglio i quotidiani attacchi russi sui civili, i bombardamenti sui bambini nei parchi, gli ordigni a grappolo sganciati in centri abitati e subito dopo sui soccorsi, i droni lanciati su bus carichi di donne, anziani e ragazzini in fuga o ancora di missili che in piena notte distruggono la metà di un quartiere.
Quello che fa sorridere (ma fa orrore) è la logica secondo cui le azioni ucraine sono sbagliate a prescindere, perché poi portano a reazioni russe ancora peggiori. Cioè le stragi russe sono reazioni, gli attacchi ucraini senza vittime sono “escalation”. Kyiv dovrebbe insomma solo prendersi le bombe in testa e sbrigarsi a firmare qualunque accordo gli si metta sotto il naso per evitare danni peggiori.
Perché? Perché la Russia non si può battere, sta vincendo, continua a mangiare territorio ucraino e tutta un’altra serie di argomenti di orgogliosa propaganda putiniana. Non un cenno all’economia russa con segnali di collasso imminente e al fatto che questa guerra per Mosca è ormai insostenibile sia sul piano finanziario che militare, viste le perdite immani di uomini e mezzi ed il crollo della crescita, l’unico dato positivo che poteva vantare il Cremlino, rispetto ad una situazione che ricorda in modo incredibile quella che precedette il crollo dell’URSS.
La notizia è però soprattutto che, dopo Boris Johnson, Travaglio ha trovato un nuovo cattivo da bersagliare, che guarda caso è il suo successore Keir Starmer, colpevole di voler riarmare la Gran Bretagna contro la Russia (fedele in realtà a timori nei confronti dell’aggressività di Mosca che non sono certo nati oggi) e che avrebbe persino fornito l’intelligence per l’operazione coi droni (partiti invece da camion entrati semmai grazie a complicità di cui i servizi segreti ucraini godono in Russia).
Tutto, insomma, come da copione. Gli ucraini sono terroristi, gli inglesi guerrafondai e la povera Russia si limita a difendersi.
Non una riga sull’accordo di “pace” proposto dal Cremlino ai colloqui di Istanbul, che prevede smilitarizzazione e disarmo dell’Ucraina, no alla NATO e ad altre alleanze militari, no a truppe e basi straniere, nessuna riparazione dei danni, nessun processo per chi ha commesso crimini, l’imposizione del russo come lingua ufficiale, nuove elezioni con i tempi decisi da Mosca e ovviamente la cessione dei territori rubati e anche di quelli non ancora conquistati. Non ne parla perché per lui quell’accordo, come dice da sempre, è un vero affare. In fondo cosa c’è di strano nel pretendere che l’Ucraina si ritiri dall’Ucraina?