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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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CAROSELLO

16/10/2010 - 9:19

Mi sono stancato di vedere che, spessissimo, nella sezione di attualità di questo giornale,  sulla ventina di notizie che contiene la strisciata, il 90% sono siglate San Giuliano, le altre si dividono fra Vecchiano e Pisa e quelle del comune sono quasi sempre sulla zona di prostituzione che, quando fa cassa, è Vecchiano, ma quando descrive il degrado è Migliarino.

Non si tratta di “amor di paese”, ma di una semplice constatazione di una interpretazione che viene data ad una frazione che ha ben altro che “tra-tra” (leggi trans in trasferta in traversagna per trasgressione e intrallazzi con traffico travolgente).

Su questo giornale ci scrivono dei Silvio Pellico con le loro prigioni, vari Mazzini con problemi di unità, qualche Macchiavelli astruso e una torma di Togliatti e De Gasperi con la politica nel sangue.

Io non ho  questi “idoli”e queste immagini, e allora… sono andato a Roma!!

 

Avevo denunciato, il giorno 20 dello scorso mese, la situazione in cui si trovava la nostra Grande Quercia ed effettivamente vi era stata una risposta da parte del Parco, della Provincia e dell’ARPAT, tanto da decidere congiuntamente un sopralluogo per verificare il danno a quel monumento vegetale.

A parte la storia naturale dell’albero, la sua lunghissima vita, la  grossezza del fusto, la maestosità e l’aspetto, vi è sempre stata la sua fama di essere “apparsa in televisione”.

Va da sé che la TV di allora era una cosa sentita diversamente da come è adesso, ma forse era  per questo più vera e vicina allo spettatore.

La nostra Quercia era stata scelta, non si sa perché, per girare alcuni spot del mitico  Carosello e voluti dalla Peroni per pubblicizzare la sua birra.

Era solo un ricordo quello di Francesco Mulè che inseguiva la bionda tedeschina Solvi Stubing che sussurrava: “chiamami, sarò la tua birra!”

Un vago ricordo delle facce, ma senza aver memoria delle diverse sfaccettature che i tre attori, anzi quattro con la Quercia,  avevano nella serie della Peroni e neanche dei dialoghi.

 

Veniamo a Roma ora.

Nella capitale vi è il Museo Birra Peroni, nato nel 2001 con l’obiettivo di recuperare la memoria storica aziendale e di documentare gli aspetti produttivi, commerciali e di costume che hanno sancito il successo internazionale del marchio Peroni sin dalla fine dell’Ottocento. Ospitato all’interno dello stabilimento romano, il Museo ricostruisce la storia dell’azienda dal 1846 ad oggi, con il supporto delle carte e delle immagini d’archivio.

L’Archivio Storico Birra Peroni, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio nel 1996, persegue gli obiettivi della conservazione e della valorizzazione della memoria storica, supportando l'identità della Società, incentrata sui valori della tradizione, della fedeltà, dell'affidabilità dell'azienda e dei suoi marchi.

Il Museo si articola in tre sezioni: attraverso oggetti, arredi d’ufficio, materiali di confezionamento e promozionali,  filmati d’epoca, fotografie, utensili, mezzi di trasporto, manifesti e antichi macchinari, il percorso espositivo permette di ricostruire le tappe salienti del processo produttivo e della comunicazione pubblicitaria Peroni. Questa è affidata alle immagini, che dalle prime campagne pubblicitarie degli anni Venti del Novecento approdano alla “Bionda” Peroni degli anni Sessanta, icona della storia aziendale ed italiana.
L'Archivio ospita circa. 200 m. lineari di fascicoli registri, 10.000 scatti fotografici, oggettistica, packaging e materiale pubblicitario.

Il Museo organizza visite guidate e percorsi didattici alla scoperta del gusto e della storia Peroni. Funziona come centro di ricerca per studiosi e studenti del settore. Collabora con università del territorio per individuare nuovi filoni di approfondimento e far emergere i molti volti della storia d’impresa. 
 L'Archivio, dopo essere stato dettagliatamente inventariato, è ora a disposizione di studenti e ricercatori.

In questo meraviglioso mondo di “bionde Peroni” spicca una altrettanto meravigliosa “bruna Peroni”, come la chiamò in un articolo su Mente Locale, giornale on line di cultura e tempo libero, la giornalista e critico d’arte, curatrice e consulente museale Linda Kaiser.

E' infatti bruna, carina, gentile, efficiente e di una comunicabilità straordinaria Colei che è la curatrice dell'Archivio Storico Birra Peroni  e che ha contribuito a  creare il Museo Birra Peroni: la dott.ssa  Daniela Brignone.

 

Di Daniela Brignone sono: Birra Peroni 1846-1996. Centocinquant’anni di birra nella vita italiana, Electa, Milano 1995 e  Archivio della Società Birra Peroni. Inventario, (a cura di), Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per gli Archivi, Roma 2001 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti CXLVII).

 

Nessun altro meglio di lei poteva soddisfare i miei desideri e infatti nel suo ufficio ho potuto rivedere i vecchi “Caroselli” della Birra Peroni e in special modo quello per il quale avevo fatto un viaggio nella capitale e che poi, con grande meraviglia, ho verificato che aveva molte variazioni, addirittura nove.

Qui appaiono, come la famosa ciliegina, le parole che Mulè (negli spot è il rag. Mario Bianchi) dice volteggiando sulla liana, e che sono una “ pura goduria” per noi migliarinesi:

“ho lasciata la civiltà che mi ossessionava per venire a vivere in questo paese meraviglioso, terra solitaria con un’aria purissima, cibi squisiti e una immensa pace”

 

L'Azienda Birra Peroni è stata molto sensibile al tema della salvaguardia di questo monumento vegetale, attore in secondo piano, ma importante, dei suoi caroselli e che accoglieva fra le sue grandi fronde il capanno di una specie di eremita che viveva con lo scimpanzé Tano rinnegando il consumismo ma rincorrendo una bella giovane che impersonava la Birra.

La foto che ho ripreso da un grandissimo album, dopo alcune pagine di immagini di film Birra Peroni, quella che vi mostro,  ha scritto in basso: “Trasferimento a Migliarino” ed in alto l’anno 1970.

Nel mio e nel nostro archivio fotografico di visitatori della Tenuta Salviati ed in particolare alla Quercia del Cinto, vi sono bambini che abbracciano l’enorme tronco, gitanti di ogni età, scolaresche intere, suore, sindaci e personalità (l’ultima foto è con Domenico Finiguerra sindaco di Cassinetta di Lugagnano e dell’architetto paesaggista Paolo Baldeschi dell’Università di Firenze) e poi visitatori stranieri ospiti della famiglia Salviati e un mondo intero di personaggi.

Manca ora quella con Daniela Brignone che tutti coloro che hanno a cuore la sorte della Quercia vorranno vedere sotto l’albero che lei già conosceva per “lavoro”, ma che ora, sono sicuro, vorrà salutare di persona.

 

La invitiamo perché, e questa è materia che conosce bene:

 “provare per credere"!

 

Quello della Quercia

(come mi chiamò quando ci siamo conosciuti) 

 

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