Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Finalmente domenica ognuno può dormir tranquillamente
Finalmente domenica ognuno può dormir tranquillamente. Ma a una certa ora però bisogna abbandonare il letto e affacciarsi alla finestra a vedere i colori sgargianti dell’autunno. Per fortuna non siamo a Terzigno, dove cittadini e comuni si sentono traditi e hanno ammainato la bandiera nazionale. Dimenticare, per un momento, la crisi che uccide il lavoro, produce sofferenza e piega l’Italia, ma forse non la speranza. Merito della meravigliosa manifestazione della Fiom? Potenza della natura sulla mente umana? Un’amica dottoressa gentilmente mi segnala le conferenze divulgative all’auditorium del CNR, ogni mercoledì fino al 1 dicembre, titolo: "La mente e l'uomo: grammatica dell'arte visiva". Per chi è interessato, prossimo mercoledì "cervello e ambiente".
Nel frattempo, a mezzo tiro di schioppo da noi è arrivato un bastimento carico di libri e di editori indipendenti. Sabato mia figlia, con la 5 E del Liceo "Buonarroti", accompagnata dal prof. Bruno di storia e filosofia, è andata al "Pisa book festival" per l’incontro sui "Briganti d’Italia". Personalmente non sono un grande estimatore dell’inno di Mameli, ma credo sia interessante proseguire questa domenica pomeriggio il percorso sul risorgimento con il quasi spettacolo "La canzone patriottica" di Vincenzo Cerami. Nel centocinquantesimo dell’unità d’Italia sarebbe anche utile riflettere "sulle vie che la storia avrebbe potuto prendere (senza poi farlo)", come suggerisce sul "manifesto" lo storico Paul Ginsburg pensando a due temi sconfitti nella storia italiana: l’autogoverno e l’uguaglianza.
A un tiro di schioppo da noi: Lucca, Teatro del Giglio, domenica 24 ottobre ore 16, Don Giovanni di Mozart, dramma giocoso del 1787, due anni prima della rivoluzione francese. Ho assistito all’anteprima per le scuole, certo non siamo alla Scala e Karaiajan non c’è più, ma un Don Giovanni con l’Orchestra della Toscana è da non perdere. Gli studenti si sono appassionati al mito quando Leporello, servitore di Don Giovanni, elenca le conquiste del suo signore: "In Italia seicento e quaranta; in Alemagna duecento e trentuna; cento in Francia, in Turchia novantuna; ma in Ispagna son già mille e tre". A conti fatti sono 2065.
Dunque, briganti a Pisa e libertini a Lucca? Ma no, tutto il mondo è paese! Si narra e si racconta che un signore benestante lucchese ultrasettantenne era solito imbottirsi di viagra e svignarsela tutte le sere a Viareggio! Ma "Ir Gallaccio di Riglione", cantato dai Gatti Mezzi nell’album jazz "Amori e fortori è stato il Principe della Versilia, "che omo, ragazzi, ce lo ‘invidiano in tutto ‘r mondo!".
Ovidio Della Croce