L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
Arpalice Cuman Pertile è nata a Marostica (maggio 1876 - marzo 1958).
Poetessa dalla feconda vena creativa fu stimata conferenziere e scrittrice di letteratura per l'infanzia.
Tra i suoi volumi più conosciuti sono: Fuori dal guscio, Godi e impara, Primi voli, Per le vie del mondo. Fu autrice anche i libri di poesia, di teatro e di narrativa tra cui: Per i bimbi d'Italia, Ninetta e Tintirintin, La Divina Commedia narrata ai piccoli d'Italia, La commedia di Pinocchio.
Si ricorda (noi un po’ più attempati) principalmente per il suo:
Il bel paese
O cari monti del mio paese,
valli ridenti, pianure estese,
Lago di Garda, Lago Maggiore,
d'Iseo, di Como, vi sogna il core.
Superbi fiumi che al mare correte
e cento macchine liete movete;
Pó serpeggiante, vago Ticino,
Adige, Arno, Tevere divino,
Metauro, Tronto, Volturno chiaro,
i nomi vostri con gioia imparo.
Vorrei cantarvi tante canzoni,
o dell'Italia dolci regioni:
Piemonte, Veneto, e Lombardia,
Liguria, Emilia, Toscana mia!
Le Marche, e l'Umbria vorrei vedere,
L'Abruzzo, il Lazio e le costiere
della Campania, tutte un giorno,
ricche di frutta, di grano e vino.
Puglia, Calabria, Basilicata
Sicilia, bella terra incantata,
Sardegna bruna di lá dal mare
oh, vi potessi tutte ammirare!
Oltre a ricordi scolastici, la poesia e la poetessa mi sono particolarmente care per un qualcosa di affettivo che mi prese fortemente la scorsa estate.
Ero andato in Croazia a trovare gli ultimi parenti di mia madre che era nativa di un paesino vicino Pola. Lì ho ritrovato, inaspettatamente, una novantenne cugina di mia mamma che, lucidissima e in un perfetto italiano, mi ha raccontato della sua istruzione in scuole allora italiane e mi ha recitato questa poesia come un caro ricordo.
Cara "Cugina" Anna, oggi dedico a Te questi versi e ai Vecchianesi questa foto del loro edificativamente appalloccolato bel paese, esortandoli ad essere come le loro case: vecchie meno vecchie brutte e belle bianche rosate o gialle, ma dimorto unite!