Nei suoi numerosi articoli sulla storia del territorio, Franco Gabbani ha finora preso come riferimento, personaggi o avvenimenti storici, inquadrandoli nella cornice degli usi e delle norme dell'epoca.
Questa volta prende spunto da situazioni e argomenti curiosi, spigolature come le chiama.
Al di là dei fatti precisi, quello che colpisce particolarmente, è il linguaggio usato nei documenti, non solo formale e involuto, come da sempre ci ha abituato la burocrazia, ma spesso anche di difficile comprensione, esplicitando l'evoluzione continua della lingua e dei termini.
PISA - Comunicato dei genitori in merito ai ventilati provvedimenti disciplinari della Dirigente del Liceo Buonarroti per le proteste studentesche del 27 novembre. Come genitori del liceo, teniamo a precisare che nessun impedimento all'esercizio delle funzioni scolastiche è stato compiuto all'interno della scuola la mattina del 27 novembre, e il 29 e 30 novembre al scuola era chiusa come deliberato un mese dal Consiglio di Istituto. Siamo a conoscenza del comportamento che un Dirigente scolastico è tenuto a sostenere da un punto di vista legale e di ordine pubblico esterno, riteniamo però che il comportamento disciplinare all'interno della scuola non si possa inflessibilmente orientare verso sospensioni e voto di 5 in condotta senza contestualizzare quello che sia accaduto e cioè nessuna violenza a persone e nessun danno al liceo.
I Genitori del liceo Buonarroti.
Comunicato dei genitori del Liceo "Buonarroti" di Pisa
PISA - In merito alla situazione creatasi in seguito alle comunicazioni pubblicate sul sito della scuola da parte della dirigente scolastica del Liceo "Buonarroti" e sulla stampa cittadina, relative alla giustificazione del 27 novembre 2010, l’assemblea dei genitori del Liceo "Buonarroti" tiene a precisare quanto segue.
L’assenza dalle lezioni dei propri figli è avvenuta nell’ambito di manifestazioni di dissenso contro i provvedimenti in discussione in Parlamento, generalizzate a tutte le scuole e a tutte le Facoltà dell’ateneo pisano, in un contesto di protesta e mobilitazione nazionale. L’assenza non si può quindi caratterizzare come una assenza collettiva ingiustificata, ma come una protesta a sostegno di uno dei più grandi movimenti studenteschi degli ultimi anni. Nel corso della protesta nessun danno è stato arrecato agli edifici scolastici né tanto meno è stata interrotta alcuna attività istituzionale; ci hanno infatti detto gli studenti che alcuni insegnanti hanno potuto tenere lezioni e dare voti sulle interrogazioni.
Alla fine delle proteste, oltre alla bella esperienza collettiva che ha coinvolto molti, se non tutti, in vario modo, studenti del liceo, la scuola è stata lasciata in una condizione migliore di quanto non fosse nei giorni precedenti (tinteggiatura di alcuni ambienti, riparazione di qualche muro, pulizie approfondite degli ambienti). Questo a dimostrazione dell’attaccamento, sicuramente lodevole, nonostante le pessime condizioni fisiche dell’edificio, che gli studenti del "Buonarroti" hanno nei confronti della loro scuola. Teniamo inoltre a precisare che la protesta degli studenti del "Buonarroti" si è raccordata, martedì 30 novembre, con le grandi manifestazioni pacifiche delle altre scuole pisane, degli universitari pisani, delle due scuole universitarie pisane di eccellenza quali la Scuola Normale Superiore e la Scuola S.Anna e degli studenti del progetto europeo Erasmus.
Abbiamo scritto tutto questo per contestualizzare ciò che è avvenuto e perché non bisogna mai dissociare l’insieme dal particolare se veramente si vuole educare e dare degli insegnamenti. Ci riferiamo ai ventilati provvedimenti disciplinari che minacciano di essere adottati nei confronti degli studenti, riferiti anche oggi dalla stampa, da parte della dirigente e da parte di alcuni insegnanti del Liceo "Buonarroti", provvedimenti che sarebbero peraltro previsti e comminati solo ad alcuni studenti e a quelli più facilmente individuabili. Si pone a questo punto un vero problema di esercizio democratico della protesta anche perché gli sfaceli e le devastazioni, da alcuni paventate, non ci sono state, sia nei giorni della cogestione (cogestione dal 22 al 26 novembre è, secondo noi, il termine giusto), sia nei giorni della protesta più dura e significativa in un contesto cittadino in totale assonanza con la protesta del "Buonarroti".
Entrando poi nel merito delle argomentazioni e citando Voltaire, non esprimiamo nessun giudizio sui contenuti della protesta, ma certamente assumiamo una presa di posizione netta sul diritto di protestare. Ribadiamo comunque la netta opposizione dei genitori alla gravissima ingiustizia che si metterebbe in atto con provvedimenti disciplinari indirizzati solo verso alcuni studenti. In questo caso riteniamo che sarebbe opportuno usare una forte dose di buon senso al posto di rigide interpretazioni di regolamenti e codici disciplinari. Siamo profondamente convinti, come Genitori, che si educa in modo molto più efficace col dialogo e la discussione piuttosto che con atteggiamenti repressivi scarsamente elastici, anche un ponte, costruito con i migliori accorgimenti tecnici e i migliori materiali, non regge alle intemperie senza una buona dose di flessibilità che non vuol dire certo lassismo e libertinaggio.
Alla luce di quanto esposto i genitori del Liceo "Buonarroti", riuniti in assemblea, chiedono, decisamente, alla Dirigente e agli insegnanti di non procedere, nei consigli di classe, a provvedimenti disciplinari verso gli studenti che hanno aderito alla protesta richiamandosi ad una certa dose di tolleranza necessaria nel gestire comunità così complesse come una scuola. I genitori si riservano comunque di intraprendere ogni azione di tutela che riterranno opportuna e chiudono il comunicato con le parole di Elsa Morante:
gli studenti che manifestano pacificamente "sono belli come gli ombrelli che si aprono quando piove".
I genitori del liceo Buonarroti