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Nei suoi numerosi articoli sulla storia del territorio, Franco Gabbani ha finora preso come riferimento, personaggi o avvenimenti storici, inquadrandoli nella cornice degli usi e delle norme dell'epoca.

Questa volta prende spunto da situazioni e argomenti curiosi, spigolature come le chiama.

Al di là dei fatti precisi, quello che colpisce particolarmente, è il linguaggio usato nei documenti, non solo formale e involuto, come da sempre ci ha abituato la burocrazia, ma spesso anche di difficile comprensione, esplicitando l'evoluzione continua della lingua e dei termini. 

Ciao Bruno salutaci Renzi.
Non credo che tutte le volte sia come tu dici.
Nelle .....
Bisogna essere chiari e dire democraticamente per chi .....
Stavolta a causa di un' auto parcheggiata fuori dal .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Umberto Mosso
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di Roberto Sbragia – consigliere provinciale Forza Italia Pisa
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COMUNICATO UNITI PER CALCI
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di Umberto Mosso
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di Gabriele Paglialonga
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
IL PROVERBIO
I falli del dottore...

7/12/2010 - 16:55

Il proverbio di oggi:
I falli del dottore

li copre la terra!

 

 

Il modo di dire:

"Fare nodo"

Andare di traverso, cioè quando il cibo sbaglia strada e si affaccia alle vie respiratorie scatenando per riflesso la tosse. Il rimedio tradizionale  è guardare in alto “l’uccellino” e bere un sorso d’acqua.

 

Dal libro “Le parole di ieri” di G.Pardini

 

PANNINA

Lett: PANNINA. [Pannolano(?) in pezza, pannamento (?].

Un po’ oscura anche la definizione italiana di pannina, riguardante comunque oggetti in stoffa, per uso personale o per la cucina. Questi erano venduti di solito a domicilio da venditori recanti la propria mercanzia prima su carrettini attaccati alla bicicletta (qui veniva la “Maschina”), poi con

mezzi a trazione animale ed infine con mezzi a motore. Erano furgoncini, talvolta malandati, carichi di mercanzia che veniva messa in mostra con l’apertura dei portelloni laterali.

Nei posti più disagiati, come le abitazioni poste sulle colline, dove le strade erano dei semplici viottoli, addirittura portavano delle ceste a mano piene di quei pezzi di stoffa indispensabili per tutti gli usi domestici.

Raggiungevano con questi mezzi tutte le abitazioni sparse nelle campagne ed era un’occasione per le famiglie di fare scorta di stoffe senza doversi recare ai negozi del paese o della città.

Vendevano anche combinazioni per corredi da sposa, a rate naturalmente, con le famose cambiali da firmare una ad una con la mano lenta del contadino non avvezzo.

Talvolta il pagamento della pannina, se non quello del corredo, avveniva con un semplice scambio di prodotti alimentari, come uova o piccoli animali da cortile.

Il corredo era indispensabile per metter su una nuova famiglia. La biancheria da letto, da bagno e da cucina, aveva un costo notevole e la famiglia intera si preparava alla bisogna accumulando gradualmente il necessario. Le federe, le lenzuola matrimoniali e gli altri accessori venivano acquistati, spesso lavorati ed arricchiti con ricami, cifre, gale e messi da parte, accumulati fino al momento dello sposalizio. Erano di solito le nonne, in quel tempo ancora molto giovani, le addette all’arricchimento delle stoffe grezze che venivano tagliate, rifinite ed infine decorate, talvolta con ricami stupendi che ancora oggi molti di noi conservano con grande affetto, come segno di un passato dove il tempo aveva un’altra velocità. Chi vendeva la pannina offriva anche combinazioni, a suo dire molto vantaggiose, per l’acquisto di pacchi da corredo, scatoloni, ma più spesso grandi valige, dove erano stipate combinazioni da letto e da bagno, tutte con nomi altisonanti a garanzia e dimostrazione della loro grande qualità.

 

PAPERINA

Lett: nc.

Paperina veniva chiamato quel tipo di alga che si forma nei nostri fossi e canali dove l’acqua ristagna. Il nome forse deriva dal fatto che le anatre e le oche si cibano e sguazzano volentieri in questo ammasso vegetale. Il setino, altra alga presente dalle nostre parti, preferisce invece acque limpide e correnti. Quest’ultima, il cui nome deriva forse dalla sottigliezza delle foglie sottili come la seta, rappresentava un certo pericolo per chi faceva il bagno perché poteva attorcigliarsi attorno alle gambe e determinare un rischioso ostacolo ai movimenti.

Bimbo, ste’ attento ‘e c’è ‘r setino!”: raccomandavano le mamme ai bimbi che prendevano il bagno.

 

PARE ‘NDIVISO

Lett: nc.

Difficile, se non impossibile, risalire all’origine di questa forma dialettale, usata ancora ai giorni nostri, col significato approssimativo di “pare impossibile”.

Pare “indiviso”: come il voler dividere una cosa di per sé indivisibile, inseparabile, inscindibile e quindi impossibile.

“Pare ‘ndiviso, ma ‘un cè verso di mangià du pioppini vest’anno!” dice il cercatore di funghi quando trova la ciocca appena ripulita.

 

PASSAMANO

Lett: PASSAMANO. [Movimento del passaggio di cose per le mani di più persone. Nastro sottile per guarnizione].

In dialetto il passamano era un battuto, una ripassata, un vergato, una castigo in cui le mani, cui si riferisce il vocabolo, venivano usate per percuotere.

Ti faccio un passamanoo!” : te le do di santa ragione! 

 

Nota sulla foto di A Giuntini.

La foto ritrae alcuni familiari in riva all'Arno, nei primi anni 30.

Dietro di loro il Lungarno Pacinotti con lo "stabilimento balneare".


 

 

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