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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Le "palline" di Natale.

10/12/2010 - 8:14

 

L'alba spina dei romani ha ispirato agli inglesi una leggenda che ha per protagonista Giuseppe d'Arimatea, colui che aveva chiesto ad Erode il corpo di Gesù per seppellirlo.

Era stato lui che aveva raccolto il sangue del Cristo crocifisso nel calice  servito per l'ultima cena: il Santo Graal. Partito poi per la Britannia, piantò  il suo bastone a Glastonbury, dove sbarcò, e dal bastone nacque un biancospino. Accanto ad esso Giuseppe costruì la prima chiesa d’Inghilterra.

Da quel momento la pianta fiorì ogni anno per la vigilia di Natale e un suo ramo fiorito veniva portato al re e alla regina d’Inghilterra.

Quell’arbusto miracoloso venne sradicato nel 1649 dai puritani di Cromwell.

Quel biancospino rappresentava la Vergine dai sette dolori perché si diceva che i  fiori erano bianchi come la sua Immacolata Concezione, gli stami rossi come le gocce di sangue del Cristo e i rami spinosi  che  erano serviti per la corona.

 

Queste consacrazioni di  alberi, fiori, animali e Natura in genere ,che ora sono attributi ai nostri santi, sono cristianizzazioni di tradizioni pagane (esempio noto è Mons Jovis- monte di giove- cambiato in Montecristo).

In effetti il biancospino era dedicato dai romani a Maia, dea della purificazione ed anche a Flora, dea della primavera, quindi facile spostare le attribuzioni  per  e alla Madonna.

 

Il suo nome scientifico è Crataegus oxyacantha, derivato dalle parole greche kratos (forza e durezza del suo legno),  da oxus (aguzzo) e anthos (fiore).

 

Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!

 

Chi non si ricorda questo incipit della famosa melanconica poesia di Giovanni Pascoli': Valentino?

 e chi non avrà mai, anche se minimamente, pensato che il Poeta si fosse sbagliato a scrivere brocche al posto di bacche?

 

Guardate la forma del rosso frutto!

 

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