Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
E' festa e allora compriamo i dolci (naturali) dal:
peracottaio ed anche melacottaio
le pere o le mele cotte in forno addolcite con lo zucchero erano un tempo un tipo di dolce popolare. Analogamente a chi vendeva altri tipi di dolci o il castagnaccio, il peracottaio, o il melacottaio, girava per le strade con una grande teglia su cui erano adagiati i dolcissimi frutti cotti, attirando l’attenzione dei golosi grandi e piccoli;
procaccia
il termine procaccia deriva dal verbo procacciare nel senso di industriarsi, darsi da fare. Antenato delle odierne agenzie di recapito e dei corrieri, il procaccia o procaccino si curava di recapitare pacchi o piccoli bagagli o di fare commissioni, spesso a piedi, anche fra una città e un’altra;
rammendaia
il rammendo, cioè la riparazione di un tessuto consumato o strappato, o addirittura integrando la stoffa mancante con fili dello stesso tipo, è una vera e propria arte. Riparare buchi su calzini, capi di abbigliamento in genere, era una volta una necessità perché i vestiti durassero almeno una generazione. Quasi tutte le donne sapevano cucire, ma non è detto che sapessero anche rammendare e allora si rivolgevano alla rammendaia che riusciva a rimediare a tutti gli strappi. Spesso la rammendaia era la stessa sarta che girava per le campagne e che rimaneva presso una famiglia anche più giorni, vitto e alloggio compresi nel prezzo, per aiutare nel corredo e nella cucitura degli abiti necessari;
saponettaio
è il venditore di saponette e saponi. Era in uso nei tempi andati lavare i panni con la cenere e la lisciva, ma il sapone di Marsiglia era lo stesso che si usava per la pulizia personale e per la piccola biancheria. Con il ‘900 apparvero i primi saponi industriali e allora nacque il saponettaio che andava in giro con un carretto con cassette, a volte a piedi ed attaccate al collo, nelle quali erano contenute le profumate saponette che attiravano soprattutto il pubblico femminile;
seggiolaio
aggiustava e costruiva le seggiole che sono state per secoli quelle di legno con la seduta impagliata. Quando si trattava di riparazione, il seggiolaio usava le erbe palustri che aveva con se, con forbici, ago e martello, ma quando in una famiglia vi era bisogno di sedie nuove, allora il lavoro si faceva lungo, ma non complicato, tanto da durare più di un giorno. Gli strumenti allora erano succhielli, seghe, raspe, ascie e accette e la sedia nasceva d’incanto da un’asse di duro legno e da tronchetti lavorati con un’arte da incisori e intagliatori che era bel lontana da quella del falegname;
spazzacamino
quando per cuocere si usavano esclusivamente le cucine economiche a legna e per il riscaldamento ci si affidava ai camini o a stufe a legna, i condotti fumari avevano bisogno di manutenzione, così lo spazzacamino divenne un mestiere molto popolare. Gli spazzacamini erano girovaghi e andavano in giro con i caratteristici spazzoloni, sempre sporchi di fuliggine e accompagnati da ragazzini smilzi che potessero infilarsi agevolmente nelle strette aperture dei camini.
Segue: dato che in questi giorni di festa anche i più poveri e umili hanno diritto ad un meritato riposo anche se non allietato da quei grandi sperperi che ora appaiono sui media per castigare i consumi dopo che gli stessi media non hanno fatto altro che invitare il mondo intero a consumare consumare consumare…