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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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CANCELED

5/1/2011 - 11:32


Questi poveri aironi guardiabuoi sembrano tanti befanotti con la schiena curva dal carico dei doni che portano, insieme alla Befana,  in questa stagione nevosa e in questi giorni in particolare.

Sarei poco originale ora se facessi la storia, seppur breve, dell'Epifania e mi limito solamente a riportare una dolce leggenda del perchè la  Befana, impersonata da una vecchia, si festeggia il  6 Gennaio, giorno che  ricorda la visita dei Re Magi a Gesù Bambino.

 

"Tre re, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, partirono da paesi diversi, forse la Nubia, la Godolia e Tharsis, per portare doni a Gesù: oro, incenso e mirra.

Attraversarono molti paesi seguendo una stella, e in ogni luogo in cui passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro.

Ci fu solamente una vecchietta che in un primo tempo,voleva andare, ma all'ultimo minuto cambiò idea, rifiutandosi di seguirli. Il giorno dopo, pentita, cercò di raggiungere i Re Magi, che però erano già troppo lontani. Per questo motivo la vecchina non vide Gesù Bambino.

Da allora, nella notte fra il cinque e il sei Gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesù".


Così come non sarebbe originale riportare la filastrocca della befana con le scarpe rotte e 'r culo tondo, quindi ecco una strana canzoncina, "La Befana Trulallalà" cantata da Gianni Morandi nel 1978:

 

Trullalà Trullalà Trullalà

La Befana vien di notte

con le scarpe tutte rotte,

con la calza appesa al collo

col carbone, col ferro e l’ottone.

Sulla scopa per volare.

Lei viene dal mare. Lei viene dal mare.

E la neve scenderà

sui deserti del Maragià

dall’Alaska al Canadà

E partire lei dovrà

e cantando partirà

da ciociara si vestirà

con il sacco arriverà

la bufera vincerà

E cantando trullalà

la Befana arriverà

Trulallà Trullalà Trullalà

Un bambino, grande come un topolino,

si è infilato nel camino

per guardarla da vicino.

Quando arriva la Befana

senza denti

salta, balla, beve il vino.

Poi di nascosto s’ allontana

con la notte appiccicata alla sottana.

E un vento caldo soffierà

sui deserti del Maragià

dall’Alaska al Canadà

Solo una stella brillerà

e seguirla lei dovrà

per volare verso il nord

e la strada è lunga

ma la bufera vincerà

E cantando Trullalà

la Befana se ne va.

E cantando Trullalà

Truallalero Trullalà

Trullalà Trullalà Trullalà

 

Lo spirito beffardo e toscanaccio fece un suo colpo a spregio dei francesi che si erano impadroniti del Granducato di Toscana, chiamando a gran voce "Befane" le donne vizze incipriate e imparruccate che i funzionari d'Oltralpe avevano al loro seguito, contrabbandando come un complimento il nome della vecchietta con il sacco, al posto di Bellefamme, leggerissimamente corretto italianicamente, come credevano di capire gli usurpatori.

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