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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Come ogni sabato dall'inizio della bella stagione
il circondario si svuota: regna il silenzio.
Tapparelle abbassate, luci spente, stanze vuote
Provo .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
IL PROVERBIO
Se vuoi guardar casa....

10/1/2011 - 15:16


Il proverbio di oggi:

Se vuoi guardar la casa
fai un uscio solo.
 
 
Il modo di dire:
Battere la fiacca.
Poltrire, oziare, non aver voglia di far niente.
 
 
Dal libro “Le parole di ieri” di G.Pardini
 
 
SEGA
Lett: SEGA.
 [Strumento per dividere in due un legno o sim. facendovi penetrare con moto alternato avanti e indietro una lama dentata di acciaio].
Forse da questo moto alternato deriva, in Toscana, la definizione della pratica masturbatoria.
E’ forse una delle  parole volgari più utilizzate, ritrovandosi in innumerevoli e comuni modi di dire:
m’importa una sega”, “fare una sega”, “vedere una sega”, “mangiare una sega”, può trovare posizione accanto ad ogni verbo dando a tutti una connotazione negativa, di piccola quantità, inezia, minuzia, di poco o niente.
Sai ‘na sega tu… di ciò!” era un curioso modo di dire, una specie di scioglilingua, che si usava negli anni ’70 per parafrasare e canzonare un certo modo di parlare forbito.
Dalla parola sega deriva l’aggettivo segaiolo con cui era indicata una persona minuta, forse perché abusante della pratica in oggetto, ma “’gnorante”, nel senso dialettale del termine e quindi non “ignorante” nel senso che ignora ma “’gnorante” nel senso di litigioso, piccaccino, attaccabrighe, insofferente.
Segaiolo o segantino era anche detto un bambino che cresceva poco, e quindi minuto, per mancanza d’appetito o comunque per insufficiente alimentazione.
Da sega deriva segata che ha un significato particolare in quanto unisce alla sensazione di una cosa sbagliata, fatta male, il senso della minuzia: un errore, ma di poco conto.
Significato minore che invece non assumono i sinonimi cazzata e cavolata che stanno ad indicare solamente il fatto di aver commesso un errore.
 
 
Aneddoto.
Un nostro concittadino di soprannome Cinzia e non ancora emigrato beccava verso San Giuliano.
Un giorno eravamo alla locale Stazione ed avevamo caricato le ragazze.
Dopo i saluti ed i convenevoli decidiamo di andare.
Cinzia allora controlla lo specchietto dell’auto ed allunga una mano, per sistemarlo meglio:
Con questa macchina di mio padre...” inizia a dire, di spizzico (le ragazze lo hanno sempre un po’ imbarazzato!). Tutti noi ci blocchiamo e lo guardiamo stupefatti, increduli “.…’un ci vedo ‘na sega” , si rende conto e si riprende, meno male!
 
SEMENZINA
Lett: SEMENZINA. [Sementina. Seme dell’assenzio. Seme santo].
In dialetto con il termine semenzina si voleva indicare invece un chiodo molto piccolo, un chiodino.
Forse la similitudine fra le due cose era rappresentata semplicemente dalle loro piccole dimensioni.
 
SENSO
Lett: SENSO. [Facoltà di sentire, apprendere dell’animo].
In dialetto fare senso aveva invece il significato di “fare impressione”.
Una sensazione che potremmo definire come ribrezzo, disgusto, qualcosa di soggettivamente spiacevole che poteva riguardare indifferentemente tutti i nostri sensi.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   
SERENO
Lett: SERENO. [Chiaro, puro, sgombro di nuvole].
In dialetto con sereno si intendeva anche la rugiada, l’umidità della notte.
Si dice che il vino che ha preso il sereno sia più buono di quello di frigorifero, che i lenzuoli e le coperte di lana siano più morbide mentre guai a lasciare al sereno i funghi, i pomodori e il granturco messi a seccare al sole.

 

Un'altra bella foto storica di A.Giuntini su una straordinaria piena dell' Arno.

 

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