Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Sono in astinenza foto (no mancanza) e mi diletto, forzatamente, a girare il mondo virtualmente e leggere, fisicamente, mucchi di poesie dei più svariati generi.
Ho saputo della nuova performance dell'Autorità di Bacino riguardante il nostro comune e mi sono messo a cercare su Google Earth un luogo e un fiume che non abbisogni di AUTORITA', è già autorevole la sua grandezza-lunghezza, 2830 km, e non è certamente nemmeno un BAC...INO per la sua estenzione, 641.000 kmq.
Il fiume è il Velho Chico (in portoghese) o San Francesco (in italiano) o Old boy (che è la traduzione inglese del nome locale), fiume brasiliano chiamato anche "dell'Indipendenza" perchè attraversa cinque stati del grande paese sudamericano.
La poesia invece riporta alla cruda realtà dello stato delle nostre acque e del nostro territorio che ora si tenta di salvare con leggine cretine.
Acqua morta
Questo è il fosso dell’acqua putrida e della disperazione,
non un alito di fresca brezza la increspa.
Meglio gettarci anche ferracci arrugginiti e pezzi di rame,
e senza rimorsi anche gli avanzi del pasto.
Forse i pezzi di rame vogliono diventare verdi come giada,
e sulle scatolette di latta si ricama qualche petalo di fior di pesco;
lasciamo che l’unto tessa sopra un tessuto damascato,
e dalla muffa esca evaporando una rosea nuvola.
Lasciamo che l’acqua stagnante fermentando diventi un fosso di verde vino,
pieno di bianca schiuma che fluttuante diventi una perla;
le piccole perle ridendo si trasformano in una grande perla,
rubata e rotta dall’ attacco dei moscerini.
E’ proprio il fosso della disperazione dell’acqua morta,
anche riesce ad avanzare un po’ di acqua chiara.
Se la rana non riesce a sopportare la solitudine,
forse dall’acqua stagnante esce un gracidio.
Questo è il fosso dell’acqua putrida e della disperazione,
Qui non è certo il luogo della bellezza,
allora è meglio che i malvagi la vengano a dissodare,
e vedremo che mondo ne sapranno tirar fuori.
Wen Yiduo, detto Youshan, poeta cinese (1899-1946)